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Certo che no se è la violenza a parlare…
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La maschera della violenza (2) &
David alla conquista del Tibet
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Francisco Goya commenta così un’incisione della serie dei ‘Capricci’:
‘Il mondo è una mascherata; il volto, gli abiti, il modo di parlare, tutto è
studiato a tavolino. Tutti vogliono sembrare quello che non sono; tutti
ingannano e nessuno conosce se stesso’.
A una festa galante un generale perfettamente agghindato fa la corte
a una bella maschera. I mariti rimangono in secondo piano, uno volta
le spalle ai due, indispettito. I loro cappelli appuntiti a righe ricordano le
corna di chi è stato tradito ma è all’oscuro di tutto. ‘Non ci si conosce’
è il sottotitolo dell’opera. Il mondo è un ballo in maschera.
Tutti cercano di ingannare gli altri, a tutti i livelli, a tutte le rappresenta-
zioni pupare della colta civiltà, e in questo modo non trovano più se
stessi. La recita delle maschere non riesce più a liberare dai vincoli
dell’etichetta di corte (della casta).
Per Goya, borghese illuminato, il ballo in maschera è il simbolo dello
straniamento e della corruzione.
Così James Ensor descrive la confusione carnevalesca nel suo ‘En-
trata di Cristo a Bruxelles’, una Babilonia moderna. Intorno al Reden-
tore si radunano dei giullari, dei buffoni che si inchinano riverenti di
fronte a lui. Davanti marcia una banda militare in uniforme, ma i tim-
pani e le trombe non annunciano il suo arrivo. Anche il Figlio di Dio
non è che una delle attrazioni della sfilata.
Nessuno lo acclama.
L’uomo sull’asino sembra affondare nella ressa. Sono in pochi a no-
tarlo, qualche commediante, stupefatto, dimentica di dover rimanere
in posa. Un uomo con una fascia bianca sorveglia la baraonda da un
palco rialzato. Metà diplomatico, metà direttore di circo, questo rappre-
sentante dell’autorità controlla l’ingresso delle maschere. Sulla sinistra
l’Anticristo, con in testa il cappuccio del Grande Inquisitore, è in aggua-
to, chiedendosi per quale ragione Cristo sia tornato un’altra volta, non
c’è bisogno di Gesù Cristo per questi luoghi, per queste vie, per questa
nostra elevata cultura….
Non molto lontano, nella parte inferiore del monumentale dipinto, sotto
un cilindro verde e nero, si può riconoscere il teschio della Morte, l’aral-
do della violenza. E’ l’ultima delle maschere, il volto dei volti. Se lo guar-
date attentamente ha un’aria burlesca, a metà fra il bullo e l’imbecille, e
il camieriere di turno, vende la morte: affari d’oro per il forziere della sua…
Roma.
Vi parlerà di vita pace e prosperità, maschera antica della peggior perfi-
dia, accanto tiene stretta la sua borsa, vende armi e non solo, vende
falsità.. e non solo, vende maschere e non solo….