LA NAVE CHE AFFONDA

Precedenti capitoli:

Navigando verso l’isola di Waikiki  &

Parker Adderson,… Filosofo…

Prosegue in:

Che lasci i morti giacere &

Il clima che cambia (3)  &  (4)

Foto del blog:

Il pozzo profondo del caos  &

Lettere (1)  &  (2)

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i miei libri

 

 

 

 

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– Signore,

disse il primo ufficiale irrompendo nella cabina del

comandante, 

– la nave affonda.

-Benissimo, signor Spoker,

disse il comandante,

– ma ciò non è una buona ragione per andarsene in giro mal-

rasato. Esercitate la mente per un istante, signor Spoker,

e vedrete che, dal punto di vista filosofico, non c’è nulla

di nuovo nella nostra situazione: la nave (se deve pro-

prio affondare), si può sostenere, aveva cominciato ad

andare a fondo dal giorno stesso in cui fu varata.

– Sta cedendo rapidamente,

disse il primo ufficiale di ritorno dall’essersi rasato.

– Rapidamente, signor Spoker?

chiese il comandante.

– Curiosa espressione la vostra, perché (se ci pensate), il tem-

po è cosa squisitamente relativa.

– Signore, disse l’ufficiale, ritengo di scarsa importanza in u-

na simile discussione quando nel giro di dieci minuti saremo

tutti morti nello stipetto di Davy Jones.

– Per analogia di ragionamento,

ribatté il comandante cortesemente,

– non varrebbe mai la pena di intraprendere una qualsiasi in-

dagine di un qualche rilievo, le probabilità che si debba mori-

re prima di averla condotta a termine sono sempre schiaccian-

ti . Non avete considerato, signor Spoker, la condizione dell’-

uomo,

disse il comandante sorridendo e scuotendo il capo.

– Mi preme di più considerare la posizione della nave,

disse il signor Spoker.

– Così parla un buon ufficiale,

rispose il comandante posando una mano sulla spalla del se-

condo.

Sul ponte scoprirono che gli uomini avevano forzato lo sga-

buzzino dei liquori e che si stavano rapidamente ubriacan-

do.

– Equipaggio,

disse il comandante,

– tutto ciò non ha senso.

– La nave, mi direte, sarà affondata entro dieci minuti. 

– Be’, e allora? Dal punto di vista filosofico non c’è niente di

nuovo nella nostra situazione. Per tutto il corso della nostra

vita potevamo continuamente esser sul punto di morire per

lo scoppio di una vena o colpiti da un fulmine, non sempli-

cemente in dieci minuti bensì in dieci secondi; e ciò non ci ha

impedito di metterci a tavola, no, e neppure di depositare de-

naro alla Cassa di Risparmio. 

– Vi assicuro, con la mano sul cuore, che il vostro modo di

comportarvi mi è incomprensibile.

Gli uomini dell’equipaggio erano già troppo andati per pre-

stargli molta attenzione.

– Penosissimo spettacolo, signor Spoker,

disse il comandante.

– E tuttavia, dal punto di vista filosofico o da quel che è,

replicò il primo ufficiale,

– si può affermare che hanno iniziato a sbronzarsi dall’istan-

te in cui sono saliti a bordo.

– Non so se voi riusciate sempre a seguire il mio pensiero,

signor Spoker,

ribattè il comandante.

– Ma procediamo.

Nella santabarbara trovarono un lupo di mare che fumava la

pipa.

– Buon Dio! esclamò il comandante, che state facendo?

– Be’ signore,

disse il lupo di mare scusandosi molto,

– mi hanno detto che si va a fondo.

– E supposto che sì

disse il comandante.

– Dal punto di vista filosofico, non c’è nulla di nuovo nella

nostra situazione. La vita, mio vecchio compagno di bordo,

la vita, in ogni istante e sotto ogni riguardo, è pericolosa 

come una nave che affonda; eppure l’uomo ha la bella attitu-

dine di fornirsi di ombrelli, di calzare galosce di gomma in-

diana, di intraprendere grandi opere e di condursi in tutto e

per tutto come se potesse sperare di vivere in eterno. E io, a

mio modesto avviso, disdegnerei colui che, anche a bordo di

una nave che affonda, omettesse di prendere una pillola o di

caricare l’orologio.

– Ciò, amico mio, non sarebbe conseguente all’umana propen-

sione.

– Chiedo scusa, signore,

disse il signor Spoker.

– Ma qual’è precisamente la differenza tra radersi in una nave

che affonda e fumare in una polveriera?

– O fare qualsiasi altra cosa in qualsiasi altra circostanza con-

cepibile?

Esclamò il comandante:

– Perfettamente conclusiva.

– Datemi un sigaro!

Due minuti dopo la nave saltò in aria con una magnifica de-

notazione. 

(R. L. Stevenson, Racconti e favole)

 

 

 

 

 

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LA NAVE CHE AFFONDAultima modifica: 2019-04-19T00:00:00+02:00da giuliano106
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