Precedenti capitoli:
Teoria della materia economica: chi scende & chi sale (1) (18/1) &
The moon Hoax (Seconda parte) (18/19)
Prosegue in:
‘Sinfonie’ & ‘Movimenti’ (20/1)
Foto del blog:
La ‘Grande Notizia’:
Nobile accompagnato dal sottufficiale Matteo in partenza pe il Polo…
L’aeronave, al massimo del regime propulsivo, con la prora
che puntava di 21 gradi verso l’alto, continuava inconcepibil-
mente a scendere, premuta da una forza sconosciuta.
Stavano per schiantarsi.
– Tutti i motori: stop! Staccate gl’iniettori!
Non rimaneva nulla da fare. Potevano soltanto prepararsi all’
impatto, cercando di ridurre al massimo il rischio d’incendiare
l’enorme massa d’idrogeno altamente infiammabile che li sovra-
stava.
– I timoni di altitudine non rispondono più!,
il grido di Zappi arrivò nell’attimo stesso in cui la spinta cessava.
– La barra è inerte!
Zappi si era precipitato a babordo per prendere lui il comando
della timoneria di quota.
– Zavorra! Cecioni, fila la catena della zavorra!,
ordinò Nobile.
Si trattava di una catena estremamente pesante, con oggetti simi-
li a piccole palle di cannone disposti a intervalli regolari, che ve-
niva occasionalmente abbassata come una scala di corda nel cor-
so delle operazioni di atterraggio.
Nel momento in cui ciascuna palla di cannone toccava il suolo
nel corso degli ultimi trenta metri di discesa, il peso dell’aero-
nave progressivamente diminuiva assicurando quindi una ca-
lata più progressiva. Ma con la cabina di controllo così fortemen-
te inclinata, la fune della catena premeva duramente contro la
forcella di appoggio.
Per Cecioni, slegarla fu un problema.
– Presto! Presto!
Il ghiaccio ormai era a meno di cento metri sotto di loro.
Di colpo, Nobile si rese conto di qualcosa di ancora più disastro-
so. Aveva ordinato di togliere potenza a tutti i motori, ma l’elica
del motore di destra continuava a vorticare alla massima veloci-
tà. E a trascinare l’aeronave in quella maledetta caduta.
Il generale si protese attraverso un varco nell’esile parete di tela,
urlando disperatamente ad Attilio Caratti. Per qualche inspiega-
bile ragione, il sottufficiale motorista non aveva ricevuto il suo
precedente ordine di fermata.
Nell’istante in cui tornò a voltarsi, Nobile vide che il terzo moto-
re, quello poppiero, appeso al sistema di cavi nella pesante se-
zione di coda dell’Italia, stava per arrivare a contatto con la cros-
ta di ghiaccio. All’interno della gondola di motorista, come in
un frammento uscito da un incubo, ebbe la sensazione di vede-
re Vincenzo Pomella alzare le braccia per proteggere il volto
dall’ormai inevitabile impatto.
Nobile tornò a ritirare la testa nell’involucro.
Dall’oblò del vano di pilotaggio dove si era istintivamente pre-
cipitato per aiutare Malmgren a tenere il timone, vide il ghiaccio,
salire verso di lui.
Non c’era neve, neppure il più esile dei manti ad assorbire l’urto.
C’erano solamente frastagliati rostri lividi, duri e micidiali come
granito.
– Dio ci aiuti!
Furono le uniche parole che Nobile riuscì a pronunciare.
(Chiedeva aiuto a Dio….???)
(W. Cross, Disastro al polo)