a manipolizzare la nostra
attenzione.
Ha avuto una sola crisi, e
precisamente ieri, a un’ora
insolita.
Pochissimo prima di mezzogiorno,
ha cominciato ad agitarsi.
L’infermiere, che conosce i sintomi ha chiesto immediatamente aiuto,
per fortuna gli uomini sono subito accorsi: appena in tempo, perché
a mezzo giorno in punto Renfield è divenuto tanto violento, che è
accorsa tutta la loro forza per trattenerlo.
Nel giro di cinque minuti, ha cominciato a calmarsi in misura via via
crescente, per sprofondare infine in uno stato di malinconia, in cui è
rimasto fino a ora.
L’infermiere mi riferisce, che durante il parossismo, le sue urla sono
tali da raggelare; ho avuto il mio bel daffare quando sono entrato nel
reparto per rassicurare alcuni altri pazienti che ne erano spaventati.
(Abbiamo pensato per l’occasione di trasferire il buon ‘Troia’, bravo e
assiduo lettore della bibbia, ad altra clinica in Francia dove sono così
premurosi di modo che Renfield non abbia a disturbarlo ne lui tantomeno
gli assidui parenti – della famiglia del ‘Troia’ – che lo vengono spesso a trovare
e donano splendore e lustro all’intera clinica con i loro dotti argomenti.
E’ proprio in peccato per ‘Troia’ un Renfield così pericoloso.).
Adesso è passata l’ora del pranzo al manicomio, ma il mio paziente
continua a starsene rannichiato in un angolo, intento a rimuginare con
una espressione torva, imbronciata e offesa che si direbbe più un indizio
vago che un sintomo preciso.
Non riesco ad interpretarlo….
(Bram Stoker, Dracula)