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– E di chi la colpa! – chiesero i giudici.
– L’opinione pubbica accusò il Perger!
A seguito di tale testimonianza i giudici decisero un nuovo interrogatorio.
L’imputato fu tradotto nell’aula della giustizia e sottoposto a contestazioni vivaci.
Gli si rimproverò il passato di miscredente ed egli per tutta risposta obiettò che una
buona parte dell’umanità professa una religione per consuetudine e non per sentimento:
– C’è molta gente – disse – che va ogni giorno in chiesa, si confessa e si comunica e che
ogni giorno peggiora nei costumi……
Confessò ancora di aver suggerito ai contadini sortilegi contro i ladri e i maltempo, ma poi
tornò al suo abituale silenzio.
Fu allora che i giudici decisero di mettere in azione mezzi più convincenti. I documenti narrano
che il 26 maggio 1645 vennero applicati al Perger i pollici di ferro.
L’orco di Rodengo resistette, poi sciolse la lingua e iniziò quella che, a scatti, sarà la
più IMPRESSIONANTE confessione che mai essere umano abbia compiuto.
Confessò cioè di aver esercitato la magia, fornendo ad alcuni valligiani il mezzo di
artificiosamente conquistare la simpatia di altre persone.
– Adoperava un filtro?
– No. Si pigliava una raganella, la i chiudeva in una scatola bucata: il tutto si sotterreva
in un formicaio e ivi si lasciava per nove giorni.
E dopo i nove giorni, aperta la scatola – aveva soggiunto lo stregone – vi si trovavono
due ossicini a forma di forchetta. Bastava toccare la persona desiderata con la forchetta
magica per acquistarne la profonda, inestinguibile simpatia.
Dopo la confessione, il Perger fu ancora una volta lasciato in pace.
I giudici inquirenti però non dimenticarono che gli stregoni portavano sul corpo il
marchio diabolico della loro professione.
Satana – così dicono antiche storie – in un punto più o meno nascosto, lasciava visibili i segni
della sua sovranità. Perciò ordinarono una perizia che fu eseguita da un cerusico di
Rodengo, Sebastiano Hofstetter, il quale esaminò l’epidermide dell’imputato, millimetro
per millimetro. Già si stava abbandonando senza successo l’indagine, quando il Perger,
sbadigliando, mostrò sotto la lingua una curiosa deformazione, che attentamente
esaminata risultò essere il cercato marchio.
La prova principale fu così raggiunta, ma tutto questo non bastò.
Legato mani e piedi, sottoposto a nuove torture, lo stregone non proferì verbo.
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