FUCILI… (negli occhi la stessa paura…)

Prosegue in:

negli occhi la stessa paura &

In riferimento allo stesso argomento:

Ai profeti (bianchi & neri) si spara..(1)  &  (2)

Illustri antenati…

Mauser 7.65…

Da…

I miei libri…

 

 

 

 

Gli anni 60 furono un decennio incendiario.

Tappeti di napalm vennero calati sul Vietnam, soldati americani

incendiarono capanne e monaci buddisti si diedero fuoco.

Gli americani bruciarono bandiere, cartoline precetto e uffici di

reclutamento.

fucili...

 

(……) Ethel indicò degli appartamenti sopra una fila di negozi danneg-

giati dalle fiamme e chiese: ‘Chi abitava lì, dei bianchi?’.

‘No! Gente nera’ gridò la folla.

Delle donne si sporgevano dalle finestre gridando: ‘Quello è Kennedy?’.

Poi quando videro che si trattava proprio di lui lo salutarono gestico-

lando e lo acclamarono.

Si fermò in uno dei pochi negozi di alimentari ancora aperti.

Uno degli uomini in fila gli prese la mano e disse: ‘Anch’io ho dieci

figli e voglio una vita migliore per loro’.

Una donna lo fissò incredula, ‘Sei proprio tu?‘ chiese.

‘Sapevo che saresti stato il primo a venire caro’.

 

182027.jpg

 

Raggiunto un punto in cui la strada saliva, Kennedy e Fauntroy si

bloccarono, all’improvviso interdetti alla vista di un panorama di

distruzione che quasi lambiva la Casa Bianca. Fauntroy domandò a

Kennedy come stesse andando la campagna e lui rispose che proce-

deva bene e che se avesse vinto nell’Indiana e nel Nebraska pensava

di poterci riuscire nell’Oregon e in California, e a quel punto avreb-

be potuto ottenere la nomina a candidato.

Fece poi una pausa, come a ponderare attentamente le prossime paro-

le, poi disse:

‘Ma c’è un problema’.

‘Di che cosa si tratta, Bobby?’.

‘Temo che ci siano dei fucili tra me e la Casa Bianca’.

 

bobby-kennedy-asleep-on-plane-c.jpg

 

Fauntroy rimase di sasso, stupito che Kennedy avesse espresso quella

paura silenziosa che covava in chiunque lo conoscesse, camminasse

con lui in mezzo alla folla, gli stesse accanto sull’angolo di una strada

circondato da alti edifici o viaggiasse con lui su una decappottabile.

Se questa fosse stata l’unica volta in cui Kennedy si espresse in questo

modo, si sarebbe potuta liquidare la frase come un’esagerazione, ali-

mentata dalla morte di King e dalla vista delle truppe armate che in

quello stesso momento circondavano la Casa Bianca.

Ma la notte dell’assassinio aveva confidato a Joan Braden:

‘Potevo essere io’,

e solo un mese dopo avrebbe detto allo scrittore Romain Gary:

‘Non c’è modo di proteggere un candidato nel corso della campagna.

Devi concederti alla folla e da quel momento deve correre i tuoi rischi….

Lo so che prima o poi subirò un attentato. Non tanto per ragioni politiche

ma per contagio, per emulazione’.

(…..) Pochi politici sono stati amati e odiati con la passione che è

stata rivolta a Bobby Kennedy, o si sono fatti nemici pericolosi

quanto Jimmy Hoffa e J. Edgar Hoover. Un informatore dell’Fbi

riferì che il capo degli autotrasportatori, Jimmy Hoffa, aveva

esclamato:

‘Devo occuparmi di quel figlio di puttana di Bobby Kennedy……

Non ha nemmeno delle guardie intorno a casa. Siete pratici delle bombe

al plastico?‘.

Le minacce raggiunsero l’apice dopo che Kennedy cominciò la

corsa alla presidenza….

(T. Clarke, L’ultima campagna)

 

 

 

 

 

robert_kennedy_1968_screen_grab01.jpg