Prosegue in:
In riferimento allo stesso argomento:
Ai profeti (bianchi & neri) si spara..(1) & (2)
Da…
Gli anni 60 furono un decennio incendiario.
Tappeti di napalm vennero calati sul Vietnam, soldati americani
incendiarono capanne e monaci buddisti si diedero fuoco.
Gli americani bruciarono bandiere, cartoline precetto e uffici di
reclutamento.
(……) Ethel indicò degli appartamenti sopra una fila di negozi danneg-
giati dalle fiamme e chiese: ‘Chi abitava lì, dei bianchi?’.
‘No! Gente nera’ gridò la folla.
Delle donne si sporgevano dalle finestre gridando: ‘Quello è Kennedy?’.
Poi quando videro che si trattava proprio di lui lo salutarono gestico-
lando e lo acclamarono.
Si fermò in uno dei pochi negozi di alimentari ancora aperti.
Uno degli uomini in fila gli prese la mano e disse: ‘Anch’io ho dieci
figli e voglio una vita migliore per loro’.
Una donna lo fissò incredula, ‘Sei proprio tu?‘ chiese.
‘Sapevo che saresti stato il primo a venire caro’.
Raggiunto un punto in cui la strada saliva, Kennedy e Fauntroy si
bloccarono, all’improvviso interdetti alla vista di un panorama di
distruzione che quasi lambiva la Casa Bianca. Fauntroy domandò a
Kennedy come stesse andando la campagna e lui rispose che proce-
deva bene e che se avesse vinto nell’Indiana e nel Nebraska pensava
di poterci riuscire nell’Oregon e in California, e a quel punto avreb-
be potuto ottenere la nomina a candidato.
Fece poi una pausa, come a ponderare attentamente le prossime paro-
le, poi disse:
‘Ma c’è un problema’.
‘Di che cosa si tratta, Bobby?’.
‘Temo che ci siano dei fucili tra me e la Casa Bianca’.
Fauntroy rimase di sasso, stupito che Kennedy avesse espresso quella
paura silenziosa che covava in chiunque lo conoscesse, camminasse
con lui in mezzo alla folla, gli stesse accanto sull’angolo di una strada
circondato da alti edifici o viaggiasse con lui su una decappottabile.
Se questa fosse stata l’unica volta in cui Kennedy si espresse in questo
modo, si sarebbe potuta liquidare la frase come un’esagerazione, ali-
mentata dalla morte di King e dalla vista delle truppe armate che in
quello stesso momento circondavano la Casa Bianca.
Ma la notte dell’assassinio aveva confidato a Joan Braden:
‘Potevo essere io’,
e solo un mese dopo avrebbe detto allo scrittore Romain Gary:
‘Non c’è modo di proteggere un candidato nel corso della campagna.
Devi concederti alla folla e da quel momento deve correre i tuoi rischi….
Lo so che prima o poi subirò un attentato. Non tanto per ragioni politiche
ma per contagio, per emulazione’.
(…..) Pochi politici sono stati amati e odiati con la passione che è
stata rivolta a Bobby Kennedy, o si sono fatti nemici pericolosi
quanto Jimmy Hoffa e J. Edgar Hoover. Un informatore dell’Fbi
riferì che il capo degli autotrasportatori, Jimmy Hoffa, aveva
esclamato:
‘Devo occuparmi di quel figlio di puttana di Bobby Kennedy……
Non ha nemmeno delle guardie intorno a casa. Siete pratici delle bombe
al plastico?‘.
Le minacce raggiunsero l’apice dopo che Kennedy cominciò la
corsa alla presidenza….
(T. Clarke, L’ultima campagna)