Da http://giulianolazzari.myblog.it
La mente riceve stimoli esterni, luci o colori o forme, freddo o caldo,
tramite segnali che sono originati da strumenti del senso diffusi su
tutto il nostro corpo, occhi, orecchi, pelle.
Tali strumenti percepiscono l’ambiente intorno a noi, analizzano, e
trascelgono e traducono gli stimoli in segnali che vengono inviati ad
aree specializzate del cervello.
La trasmissione non è automatica, in quanto le informazioni acquisite
vengono filtrate e valutate, e questo avviene, per esempio, nel sistema
visivo, dall’occhio sino alle cosiddette zone di arrivo nel cervello.
Zone che non si comportano in modo passivo: esse, infatti, specializzate
per risolvere problemi specifici, oltre che interpretare i dati che pervengono,
scambiano segnali tra loro, ovvero sono connesse reciprocamente.
La visione o il suono o le sensazioni vengono ridotti in molteplici frammenti
e analizzati da più parti dell’organo cerebrale, che perviene ad una
sintesi sulla base di regole o modelli che dipendono dal grado di evoluzione
dell’essere senziente.
Quindi non esiste un’unica prova, e non è possibile raffigurarsi una destinazione
finale di tipo fisico dove possa risiedere l’anima o la mente.
Ma vivere non vuol dire affidarsi soltanto alle impressioni sulla natura:
“ESISTONO IN NOI MEMORIE ANTICHE, I RICORDI DI QUESTA VITA E DELLE
VITE PRECEDENTI, E DI PIU’, IN UN TEMPO IN CUI LA MATERIA DOVEVA
ANCORA CONDENSARSI IN GALASSIE, E PRIMA DELLA FORMAZIONE DI
QUEST’UNIVERSO, PRIMA DELL’ESPLOSIONE CHE CREO’ SPAZIO E TEMPO.
QUANDO NOI NON ERAVAMO UN’INDIVIDUALITA’.”
E la comprensione del mondo procede, oltre che dalle capacità che sperimentiamo
nel quotidiano, da questa memoria profonda. E la qualità di un essere vivente
discende dalla fusione di quanto noi esploriamo al momento per il mezzo dei
sensi con il fuoco di tutti i passati che pervade i sotterranei dei nostri corpi.
MA L’OGGI E’ GIA’ IERI, L’IO FISICO E’ MEMORIA.
(Petta/Colavito, Ipazia, scienziata alessandrina)