INTERMEZZO…AGLI UNIVERSI

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La mente riceve stimoli esterni, luci o colori o forme, freddo o caldo,

tramite segnali che sono originati da strumenti del senso diffusi su

tutto il nostro corpo, occhi, orecchi, pelle.

Tali strumenti percepiscono l’ambiente intorno a noi, analizzano, e

trascelgono e traducono gli stimoli in segnali che vengono inviati ad

aree specializzate del cervello.

La trasmissione non è automatica, in quanto le informazioni acquisite

vengono filtrate e valutate, e questo avviene, per esempio, nel sistema

visivo, dall’occhio sino alle cosiddette zone di arrivo nel cervello.

Zone che non si comportano in modo passivo: esse, infatti, specializzate

per risolvere problemi specifici, oltre che interpretare i dati che pervengono,

scambiano segnali tra loro, ovvero sono connesse reciprocamente.

La visione o il suono o le sensazioni vengono ridotti in molteplici frammenti

e analizzati da più parti dell’organo cerebrale, che perviene ad una

sintesi sulla base di regole o modelli che dipendono dal grado di evoluzione

dell’essere senziente.

Quindi non esiste un’unica prova, e non è possibile raffigurarsi una destinazione

finale di tipo fisico dove possa risiedere l’anima o la mente.

Ma vivere non vuol dire affidarsi soltanto alle impressioni sulla natura: 

“ESISTONO IN NOI MEMORIE ANTICHE, I RICORDI DI QUESTA VITA E DELLE

VITE PRECEDENTI, E DI PIU’, IN UN TEMPO IN CUI LA MATERIA DOVEVA

ANCORA CONDENSARSI IN GALASSIE, E PRIMA DELLA FORMAZIONE DI

QUEST’UNIVERSO, PRIMA DELL’ESPLOSIONE CHE CREO’ SPAZIO E TEMPO.

QUANDO NOI NON ERAVAMO UN’INDIVIDUALITA’.”

E la comprensione del mondo procede, oltre che dalle capacità che sperimentiamo

nel quotidiano, da questa memoria profonda. E la qualità di un essere vivente

discende dalla fusione di quanto noi esploriamo al momento per il mezzo dei

sensi con il fuoco di tutti i passati che pervade i sotterranei dei nostri corpi.

MA L’OGGI E’ GIA’ IERI, L’IO FISICO E’ MEMORIA. 

(Petta/Colavito, Ipazia, scienziata alessandrina)

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