LA GUERRA DI SECESSIONE

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Ribelli

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Di secessione

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La chiesa di Shiloh  (1)  &  (2)

 

 

la guerra

 

 

 

 

 

(Da: ribelli)

Nei libri di storia, la guerra di Secessione può sembrare un

evento improvviso. Racchiusa fra due date precise, il 1861

e 1865, pare una storia a sé stante, iniziata con un bombar-

damento e terminata con una resa.

Ma per il giovane Jesse e per la sua famiglia fu un’esperien-

za confusa, che poteva essere compresa a fondo solo con il

senno di poi.

 

la guerra

 

All’approssimarsi del 1861 la guerra si profilava all’orizzon-

te, attesa ma non certa. Nel 1858 il repubblicano William H.

Seward aveva definito la lotta fra il Nord e Sud ‘il conflitto

inevitabile’, ma nessuno era in grado di dire se le due parti

avrebbero fatto davvero ricorso alle armi.

Mentre Jesse passava dall’infanzia all’adolescenza, l’atmo-

sfera era dominata da questo miscuglio paradossale di ine-

luttabilità e incertezza.

Comunque sia lo spettro della guerra di frontiera continua-

va a perseguitare il Mississippi. Nel maggio 1858 una banda

di ‘border ruffians’ prese a fucilate nove agricoltori antischia-

visti in Kansas, uccidendone cinque.

 

la guerra

 

Il 20 dicembre John Brown guidò un’incursione nella contea

di Vernon, liberando undici schiavi e uccidendo un proprie-

tario di schiavi.

Meno di un anno dopo colpì il ‘potere schiavista’ per l’ultima

volta a Harper’s Ferry. Nel novembre 1860 Charles Jennison,

detto Doc, guidò la sua banda di ‘jayhawkers’ antischiavisti

in un’altra scorreria dal Kansas. Oltre 600 miliziani si misero

in marcia da St. Louis per proteggere la frontiera occidentale,

accrescendo la sensazione che lo stato fosse già – o ancora –

in guerra.

 

la guerra

 

A questo punto il miraggio nebuloso di una guerra molto più

vasta – la guerra fra Nord e Sud temuta da tempo – era final-

mente apparso all’orizzonte.

Nell’aprile 1860 la convenzione nazionale del partito demo-

cratico si era spaccata sull’estensione della schiavitù ai territo-

ri. Quando i repubblicani, i vecchi centristi whig e gli attacca-

brighe sudisti terminarono i lavori, quattro candidati seri si

ritrovarono in lizza per la presidenza nel 1860.

Jesse aveva solo dodici anni quell’estate.

Poteva benissimo essere più preoccupato per la siccità che

inaridiva i campi della contea di Clay che per le elezioni pre-

sidenziali; ‘Jesse è allegro, avventato e strafottente’ scrisse un

amico intimo più di dieci anni dopo; Frank, invece era ‘serio

e tranquillo’.

(prosegue in: di secessione)

(T.J. Stiles, Jesse James storia del bandito ribelle)

 

 

 

 

 

la guerra

 

LA GUERRA

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Bobby la corsa non è terminata

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Dialoghi con Pietro Autier 2 &

Pagine di storia

Da:

Frammenti in rima &

i miei libri







Sabato 1°marzo 1969 poco dopo la                          989789.jpg

mezzanotte, la giuria rientrò in

aula e annunciò di avere prosciolto

Clay Shaw.

Mi ero già preparato all’inevitabile

verdetto e la mia reazione

emotiva fu quindi minima.

Restai nella mia convinzione

che  Shaw avesse partecipato

alla cospirazione per uccidere

il presidente, con il compito

preciso di incastrare Lee Oswald

e di farne una marionetta.

Comunque non provavo sentimenti

vendicativi nei confronti di Shaw.

Aveva semplicemente fatto il suo

lavoro come funzionario dell’intelligence governativa.

E io avevo fatto il mio, come rappresentante eletto della

cittadanza di New Orleans. Dopo il proscioglimento, Mark

Lane intervistò i membri della giuria, una procedura che è

prevista dalle leggi della Louisiana.

Le risposte indicavano che non avevano potuto trovare

nessuna motivazione per la partecipazione di Shaw a un

complotto per uccidere Kennedy, che, fra l’altro, aveva

sempre dichiarato pubblicamente di ammirare.

Questo non poteva sorprendermi.                                    kennedy1.jpg

Fin dall’inizio mi ero reso conto che

ci saremmo trovati in difficoltà a

far emergere con chiarezza il

movente di Shaw.

Ritenevo che tali motivazioni

facessero capo al suo passato

come agente operativo della CIA e alla sua determinazione,

che aveva in comune con il nucleo dei sostenitori della GUER-

RA FREDDA che stavano all’interno delle agenzie federali, di

porre fine al tentativo di Kennedy di operare una svolta nella

politica estera degli Stati Uniti.

Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica e-

stera degli USA immediatamente dopo quel 22 novembe 1963,

il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della CIA

abbiano                                                             8978989.jpg 

voluto togliere dalla Sala

Ovale Kennedy e metterci

al suo posto Lyndon

Johnson.

Il nuovo presidente

elevato alla responsabilità

delle nostre scelte di

politica estera dalla

sparatoria di Dallas

sarebbe stato uno dei

più entusiastici sostenitori

della Guerra Fredda, anche

se lo divenne per necessità

in quanto vicepresidente.

Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore

della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un uomo

dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per esperienza e

temperamento era ‘portato a ragionare in termini militari’.

Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al momen-

to culminante della più accesa crociata anticomunista che caratte-

rizzò la politica americana degli anni che seguirono la fine della

seconda guerra mondiale.

Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomi-

ca come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per

mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come

non ce n’erano mai state di uguali.

Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi

militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del

Pentagono’, contrastavano apertamente con l’intenzione del

presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.

Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito do-

po la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di Johnson

alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici mutamenti nella

politica estera e nella politica militare americana.

L’ordine di Kennedy di riportare a casa i primi mille uomini dal

Vietnam entro dicembre venne prontamente annullato. 

Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchi-

no o, almeno così venne detto al pubblico americano.

L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro con-

dotto dall’intelligence. La risoluzione del Golfo del Tonchino, ap-

provata il 7 agosto 1964, con solo due senatori dissenzienti, die-

de a Johnson il potere di prendere qualunque decisione di  ordi-

ne militare da lui ritenuta necessaria nel sud-est asiatico.

Questa dichiarazione di guerra del Vietnam del Nord, sia pure

non ufficiale, arrivò giusto a distanza di un anno dal  discorso

di Kennedy, tenuto all’American University, con il quale aveva

espresso con grande forza la sua speranza di pace. 

Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Con-

gresso, gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamen-

to del Vietnam del Nord.

Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Viet-

nam del Sud.

Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000.

Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio

del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnami-

ti erano morti. 

QUESTA FU LA CONSEGUENZA PIU’ IMPORTANTE DELL’AS-

SASSINIO DI JOHN KENNEDY E IL VERO MOTIVO PER CUI

VENNE COMPIUTO!

(J. Garrison, JFK sulle tracce degli assassini)





 

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LA GUERRA IL VERO MOTIVO (24 novembre 1963)

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la guerra

 

29 novembre 1963

….Lee era un bambino felice.

Non riuscite a capire?

Il punto essenziale è come tutto questo

andrà avanti e avanti.

E’ questo il punto.

Il punto è…quando hanno iniziato a servirsi di lui?

Un tempo il mio piccolo …Lee saliva sulle cime dei

tetti con un binocolo, a spiare le case degli altri….,

e loro lo hanno mandato in missione in Russia….,

E io non so per chi lavora adesso…

(Don Delillo, Libra)

 

la guerra

 

 

Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica

estera degli Stati Uniti immediatamente dopo quel 22 novembre

1963, il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della

CIA abbiano voluto togliere dalla Sala Ovale John Kennedy e

metterci al suo posto Lyndon Jhonson. 

la guerra

Il nuovo presidente elevato alla responsabilità delle nostre scelte

di politica estera dalla sparatoria di Dallas sarebbe stato dei più

entusiastiaci sostenitori della Guerra Fredda, anche se lo divenne

per necessità in quanto vicepresidente. 

Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore

della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un

uomo dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per

esperienza e temperamento era ‘portato a ragionare in termini

militari’. 

la guerra

Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al difficile

momento della più accesa crociata anticomunista che caratterizzò

la politica americana degli anni che seguirono la fine della seconda

guerra mondiale.

Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomica

come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per

mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come non 

ce n’erano mai state di uguali. 

la guerra

Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi

militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del

pentagono’, contrastavano apertamente con l’attenzione del

presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.

Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito

dopo la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di

Jhonson alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici muta-

menti nella politica estera e nella politica militare americana.

L’ordine di Kennedy di riportare al più presto il conflitto

in corso nel Vietnam venne prontamente annullato. 

la guerra

Ancora più gravido di conseguenze sarebbe stato, nella domenica

pomeriggio che seguì l’assassinio, dopo il solenne atto di presenza

alla commemorazione di Kennedy presso il Senato, l’incontro di Jhonson

con Henry Cabot Lodge l’ambasciatore USA nel Vietnam del Sud, presso

il palazzo del governo.

Informò Lodge che non aveva intenzione di perdere il Vietnam, che

non voleva che il sudest asiatico finisse nelle mani della Cina, che

‘Saigon avrebbe potuto contare su di noi’.

Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchino o,

almeno, così venne detto al pubblico americano.

L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro condotto

dalla intelligence. 

la guerra

‘Durante un normale pattugliamento in acque internazionali’, annunciò

Washington, ‘il cacciatorpediniere Maddox ha subito un attacco non

provocato’.

Johnson denunciò con tono severo quest’ ‘evidente aggressione’.

Apparve alla televisione nazionale per informare la cittadinanza

americana che ‘le ripetute azioni ostili  contro le navi degli Stati Uniti

al largo del Golfo del Tonchino mi hanno obbligato a dare oggi stesso

l’ordine alle forze armate degli Stati Uniti di intraprendere un’azione

di risposta. 

la guerra

I leader del Congresso di entrambi i partiti dichiarò, hanno assicurato di

condividere ogni risoluzione che renderà chiaro ‘che il nostro governo è

unito nella sua determinazione di prendere tutte le misure necessarie a

difesa della libertà e a difesa della pace nel sudest asiatico’.

La risoluzione del Golfo del Tonchino, approvata il 7 agosto 1964,

con soli due senatori dissenzienti, diede al vice-presidente il potere

di prendere qualunque decisione di ordine militare da lui ritenuta

necessaria nel sudest asiatico. 

la guerra

Questa dichiarazione di guerra al Vietnam del Nord, sia pure non

ufficiale, arrivò a distanza di un anno dal discorso di Kennedy,

tenuto all’American University, con il quale aveva espresso con grande

forza la sua speranza di pace. 

Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Congresso

gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamento del Vietnam

del Nord. 

Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Vietnam

del Sud.

Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000. 

Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio

del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnamiti

erano morti.

Dunque la politica estera del presidente Kennedy venne rovesciata

‘senza conformarsi alle leggi in vigore nel paese per la sostituzione

dei suoi rappresentanti ufficiali’, che è la definizione di un colpo

di stato.

Questa fu la conseguenza più importante dell’assassinio di John

Kennedy e il vero motivo per cui venne compiuto. 

(J. Garrison, JFK) 

 

 

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