L’ORIENTAMENTO: OSSIA TEORIE CHE SOSTENGONO FACOLTA’ SENSORIE SCONOSCIUTE 2

Eretici e inquisitori in:

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Avremo occasione di tornare su questa ipotesi a proposito della teoria

di Yeagley e vedremo anche le critiche severe che possono essere rivolte

a Ising per non aver affrontato che la teoria del problema.

Torniamo a Yeagley, le cui idee formano un corpo

omogeneo di dottrina.    87876.jpg

Egli ritiene che il volo degli uccelli migratori,

soprattutto transoceanici, abbia i caratteri di una vera

navigazione.

A suo parere i fattori che intervengono nell’orientamento

sono i seguenti:

1) gli uccelli sono sensibili al campo magnetico

terrestre, che essi sono in grado di misurare;

2) gli uccelli sono sensibili alle forze prodotte dalla rotazione

terrestre, che agiscono su qualunque corpo in movimento sulla

superficie, e sono in grado di misurarle;

3) gli uccelli sono capaci di valutare la propria velocità in rapporto alla superficie

della terra.

Gli uccelli, almeno alcuni, e in particolare i migratori, sarebbero quindi in grado

di orientarsi: 1) in rapporto alle ‘coordinate magnetiche’, e 2) in rapporto alle

‘coordinate geografiche’.

Esaminiamo questi due riferimenti.

Coordinate magnetiche: I fisici ci insegnano che un corpo in movimento dentro

un campo magnetico induce una corrente di intensità proporzionale, fra l’altro,

all’intensità del campo e alla velocità di spostamento. L’uccello sarebbe sensibile

a questo effetto del suo movimento nel campo magnetico terrestre, che agisce

mediante la componente verticale. Tenuto conto della velocità dell’uccello, che

questi sarebbe in grado di valutare in a riferimenti visivi, tale effetto varia con

la distanza rispetto ai poli magnetici. Raggiunge il massimo ai poli e diminuisce

man mano che se ne allontana, raggiungendo il minimo all’equatore magnetico,

che si trova circa a metà fra i due poli magnetici.

Quando un uccello si sposta e si trova in un luogo in cui l’intensità del campo

magnetico è diversa da quella del suo ‘home’, ha la possibilità di volare in

direzione tale da ritrovare la regione consueta cui

è abituato.                           o87675.jpg

Sono in gran parte le stessi tesi sostenute da Viguier.

E’ noto che le linee rappresentanti i paralleli magnetici

descrivono dei cerchi concentrici piuttosto irregolari

intorno ai poli magnetici.

Il loro complesso forma un primo sistema in base a cui

gli uccelli sono capaci di diregersi.

Coordinate geografiche: Ma questo sistema da solo non permetterebbe agli

uccelli di indirizzarsi, proprio come un uomo non sarebbe in grado di dirigersi

con l’aiuto della sola bussola, dopo esser stato spostato su una direzione

sconosciuta. Perciò occorre far intervenire un secondo sistema, basato su dati

cinetici.

In seguito alla rotazione della terra, si sa che gli oggetti hanno un certo ‘momento’

in un dato punto; momento proporzionale, fra l’altro alla velocità lineare della

terra: tale velocità è nulla al polo, massima all’equatore e varia.

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L’ORIENTAMENTO: OSSIA TEORIE CHE SOSTENGONO FACOLTA’ SENSORIE SCONOSCIUTE

Poesia in:

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Si è pensato innanzitutto al ‘campo magnetico terrestre’ come fonte capace

di fornire agli uccelli il sistema di riferimento necessario a dirigersi.

Da molto tempo si sono avanzate spiegazioni ‘magnetiche’, all’inizio, sembra,

da Viguier (1882), che suppose l’uccello capace di misurare insieme l’intensità

e la direzione del campo magnetico terrestre.

Sappiamo che i punti in cui il campo magnetico raggiunge la stessa intensità si

allineano formando dei veri e propri paralleli magnetici, mentre i punti di eguale

declinazione magnetica formano meridiani.

Di conseguenza questo doppio riferimento rappresenta, in ‘teoria’, un sistema

di coordinate analoghe alle nostre coordinate geografiche, pur non confondendosi

con esse.

Esistono però innumerevoli irregolarità dovute alle anomalie del campo magnetico

terrestre.

In teoria si può concepire, come fece Viguier, che l’uccello, sensibile a queste

due caratteristiche del campo magnetico terrestre, sia capace di dirigersi fondandosi

su di esse.

Quando si trova in un luogo diverso dal suo ‘home’, gli basta volare in modo

che le condizioni magnetiche tendano ad assomigliare alla situazione cui è abitato.

Ma il sistema, logico in teoria, non può reggere in pratica, non fosse altro perché,

date le anomalie del campo magnetico terrestre, le linee di forza e di uguale intensità

sono talvolta parallele, ciò che non consente di avere un sistema di coordinate

utilizzabile.

Fra gli altri studi del passato, spesso ricchi più di polemiche che di scienza, citeremo

tuttavia quelli di Thauzies (1898) e di Casamajor (1926), riguardanti l’orientamento

dei Piccioni viaggiatori, nei quali si trova qualche dato interessante su alcuni aspetti

del problema.

Queste teorie magnetiche sono state riprese, molto di recente, da qualche studioso

moderno e in particolare da Yeagley (1947-51) di cui gli esperimenti e le conclusioni

teoriche formano un tutto coerente e rappresentano un tentativo degno d’interesse

di risolvere il problema dell’orientamento.

Ma prima di abbordare la teoria di Yeagley, segnaliamo l’originale saggio del fisico

danese Ising (1945) che mette in correlazione l’orientamento degli uccelli con forze

meccaniche risultanti dalla rotazione della terra e non dal magnetismo.

Vedremo come Yeagley si richiami ai due sistemi insieme per spiegare l’orientamento

dei migratori.

Come ha fatto notare Ising, quando un uccello si sposta sulla superficie terrestre,

il suo peso varia leggermente in funzione della velocità e della direzione del volo

rispetto al movimento del pianeta.

Infatti la sua velocità si somma o si sottrae alla velocità di rotazione della terra intorno

al proprio asse, ciò che produce per l’uccello una variazione nella costante di

gravitazione g. Beninteso anche la latitudine interviene nella valutazione di questa

forza.

 

 


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