Quantunque la pendenza fosse rimarchevole, pure le ruote,
dentellate come erano, non scivolavano e procedevano con
sufficiente rapidità, trasportando in alto gli esploratori.
Ben presto però cominciarono gli ostacoli : i ghiacci senza dubbio
scivolati colà dai piani superiori o rovesciati dai vicini ghiacciai,
diventavano più numerosi, costringendo Wilkye ed i suoi
compagni a discendere per aprire la via al velocipiede.
Quelle frequenti fermate facevano perdere un tempo prezioso
agli esploratori, i quali vedevano con grande inquietudine,
consumarsi la già tanto scarsa provvista di petrolio ed avvicinarsi
quindi il momento in cui sarebbero stati forzati a dividere quel
capolavoro della meccanica.
( E. Salgari, Al Polo Australe in velocipiede, Limina )