…E CHI SI AGGRAPPA AL SOGNO (per divenire incubo…)

 

 

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Bum-Bum Bang-Bang

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Scelta…

 

 

Nel marzo 1897 il trentottenne Roosevelt fece, per così dire,

il suo incontro con la fortuna.

Il nuovo presidente McKinley, lo nominò sottosegretario al-

la Marina, un’incarico di solito modesto, ma con un segretario

debole e di buon carattere, Roosevelt, schiavo delle visioni

imperialistiche del capitano Mahan e di Brooks Adams, era

adesso in condizione di costruire una flotta senza la quale non

ci sarebbero state guerre future, né gloria, nè impero.

I quattro anni successivi avrebbero incoronato d’alloro l’intre-

pido omino che ora si ergeva, se non come un colosso attraver-

so il mondo, almeno come un giocattolo dalla molla perfetta-

mente carica, che dominava tutti gli altri balocchi nella stanza

da gioco del potere, mentre la sua voce acuta continuava a le-

varsi.

 

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– ‘La Germania, John. Quello è il problema futuro.

– Futuro? No, è già qui!

– Il Kaiser è in movimento dappertutto. Ha già costruito una

flotta per contrastare noi – o gli inglesi, gli uni o gli altri – ma

non ancora gli uni e gli altri contemporaneamente. Ma se farà

qualche tentativo, dovrà guardarsi alle spalle, perché c’è la Rus-

sia, feroce, enorme e glaciale, che aspetta solo che il mondo ca-

da nelle sue zampe come un frutto maturo’.

Theodore si batteva le zampe l’una contro l’altra.

Hay provava a immaginare il mondo stritolato da quelle mani

grasse e tozze.

– La Russia è il gigante del futuro,

proclamò Theodore.

Hay si sentì costretto a intervenire.

– Io non so del futuro, ma per il momento, se la Russia è un gi-

gante, è un gigante nano.

Theodore rise; e digrignò i denti.

Bamie versava il caffè, con l’aiuto di Edith.

Nessuna delle due gli dedicava molta attenzione, ma la loro di-

sattenzione era benevola.

 

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– Con il suo permesso John, utilizzerò le sue parole,

disse il presidente.

– Non osi farlo. Sono cose che io posso dire in privato. Ma lei, no,

mai.

Abbiamo già abbastanza problemi qui con Cassini, con la Russia.

Queste cose può solo pensarle,

concesse Hay,

– Ma il presidente deve sempre evitare l’arguzia….

– E la verità?

– Gli statisti devono evitare soprattutto la verità.

– D’ora in avanti i sentimenti elevati e le tautologie oscure faran-

no parte del suo stile…..

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– Oh, lei mi deprime! Avevo sperato di pronunciare un brillante

discorso ‘sullo stato dell’unione’. Pieno di epigrammi e di gigan-

ti nani. D’accordo, allora. Niente nani.

– Dobbiamo tendere la mano dell’amicizia,

declamò Hay,

– attraverso tutte le porte aperte che riusciremo a trovare.

Roosevelt rise, o piuttosto abbaiò, e si mise a marciare per la stan-

za.

– Ciò che ci dobbiamo ricordare sui tedeschi è questo: semplice-

mente non hanno un territorio adatto a sostenere la popolazione.

Hanno la Francia e l’Inghilterra a ovest alle loro spalle. A est han-

no il suo gigante nano, e alle sue spalle c’è la Cina. In realtà, non

esiste lo spazio sufficiente per un impero tedesco…

– C’è l’Africa,

interruppe Hay.

– L’Africa, sì. Ma che cos’è l’Africa? Un territorio immenso dove

nessun tedesco vuole andare. Negli ultimi dieci anni, un milione

di tedeschi – i migliori – si sono allontanati dalla Germania. E chi

se li è presi?

Noi – o per lo meno, quasi tutti. Non stupisce che il Kaiser sia de-

sideroso di stabilire il proprio impero in Cina. Ma se si sposterà

verso l’Asia, dovrà vedersela con noi….

– E se invece si spostasse verso l’Europa?

I dolori alla schiena di Hay erano ripresi e il caffè di Bamie Cow-

les aveva scombussolato un apparato digestivo più fragile del

solito. 

– Spring- Rice ritiene che un giorno o l’altro potrebbe farlo.

– A me i tedeschi piacciono. A me il Kaiser piace, in un certo

senso.

– Voglio dire, se mi trovassi nella sua situazione, anch’io cerche-

rei di fare qualcosa.

 

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– Be’, non ci piacevano certo nel 98 quando hanno cercato di con-

vincere l’Inghilterra a unirsi a loro per aiutare la Spagna, contro di

noi….

– No, no, certamente no. Però si può capire la tentazione che deve

provare il Kaiser. Voleva le Filippine. Chi non le avrebbe volute?

Ad ogni modo, gli inglesi sono rimasti al nostro fianco.

Roosevelt all’improvviso corrugò la fronte.

– Il Canada reclama….

prese a dire Hay.

NO, NON ADESSO! caro John. E’ un argomento che mi annoia……..

(Gore Vidal, Impero)

 

 

 

 

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NOT NOW JOHN

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9 Novembre

 

Mussolini mobilita dieci classi della flotta.

Ha un milione di uomini sotto le armi.

Dà inizio alla dimostrazione di primavera che stavo

aspettando.

Ah, come avremmo dovuto attaccarlo nel settembre scorso.

Chissà se gli inglesi hanno truppe sufficienti alla frontiera

abissina?

Mantiene un atteggiamento prudente nei confronti di Stalin,

ma se Hitler teme troppo il voltafaccia di Stalin, gli chiederà

aiuto ed egli darà una dimostrazione sul fronte occidentale

per favorire una rapida offensiva di Hitler in Belgio, Olanda

e Danimarca.

Quid, se Stalin entra in Svezia e in Norvegia?

 

17 settembre

 

– Sono passato un momento al Salon.

Ci sono tutti i ‘medi’, la seconda classe.

Finalmente comincia la guerra.

Dopo la piccola, risibile ‘iniziativa’ inglese – la prima, e così

debole – arriva a valanga la replica tedesca, pronta, fulminea.

Per l’Inghilterra e per gli alleati è un colpo durissimo.

Forse potranno rispondere.

Forse i distaccamenti che i tedeschi hanno mandato in Norve-

gia non sono numerosi e sarà possibile contrattaccare con

mezzi di fortuna.

Dico di fortuna perché suppongo che una manovra tedesca

di tale ampiezza non fosse prevista!

Ma la vera risposta sarebbe entrare oggi stesso in Belgio

e in Olanda.

Se non lo facciamo, siamo perduti.

Le sorti della guerra si decidono stanotte.

D’altra parte che farà la Russia?

Non si avventerà sul ferro svedese?

Allora sarà la gara tra i due amici per la spartizione. 

La Finlandia e la Svezia combatteranno per lasciare il ferro

ai tedeschi.

Oppure la Svezia muoverà guerra alla Germania e contem-

poraneamente alla Russia?

E MUSSOLINI non bombarderà Nizza e Marsiglia domani

o dopodomani?

L’America starà a guardare; un giorno lo pagherà.

Certo gli alleati hanno ancora delle carte da giocare: contrat-

tacco in Norvegia e in Olanda, vittoria sull’Italia, ingresso

sul mar Nero. 

Stalin probabilmente prenderà nuove iniziative contro la

Finlandia e la Romania, e a quel punto la Germania avrà dei

fronti lunghissimi da difendere; allora comincerà a diventare

pericoloso, ma molto tardi.

Hitler arriverà prima di lui al ferro svedese, cosa importantis-

sima, e se si muove a sud lo precederà alle bocche del Danubio. 

Il giorno in cui la Germania sarà sul mar Nero, la stella rossa

comincerà davvero a declinare.

Se Stalin avanza contro la Finlandia, gli scandinavi saranno

di nuovo in mano tedesca?

Se Mussolini avanza con Hitler, è perché Stalin non è sicuro. 

E nessuno pensa lontanamente a entrare in Olanda… 

No… non adesso….dobbiamo avanzare così…..

(Pierre Drieu la Rochelle, Diario)

 

 

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