FUGGIRE LA MISERIA (11)

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Fuggire la miseria (10/1)

Prosegue in:

Fuggire la miseria (12/1)

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Lo Straniero &

Lo Straniero (2)

 

 

 

lo straniero 2

 

 

 

 

La sera seguente rimasi così per alcuni minuti, immobile,

e incominciai a sudare: sentivo il sangue che mi fluiva nel-

le vene.

Era buffo: avevano cercato…il denaro in quel rotolo e aveva-

no tossito una volta sola. 

Chi sa se passeggiava ancora laggiù (in quella sua terra…)?

O era seduto sulla mia panchina….

La madreperla azzurra…..Le navi…..

Aprii gli occhi.

Non potevo certo tenerli chiusi se non riuscivo ad addor-

mentarmi. 

 

lo straniero 2

 

E intorno a me covava la stessa oscurità, quella stessa eternità

nera e imperscrutabile, contro la quale si inalberavano i miei

pensieri incapaci di afferrarla.

Con che cosa potevo paragonarla?

Feci sforzi disperati per trovare una parola abbastanza grande

per definire quel buio, una parola così crudelmente nera da

annerire la mia bocca quando l’avessi pronunciata. 

Dio mio, com’era buio (eppure era giorno)!

 

lo straniero 2

 

E già rivedevo il porto e le navi, i mostri neri che mi aspetta-

vano: mi avrebbero attirato e trattenuto e con me avrebbero

navigato per mari lontani, in regni tenebrosi non mai veduti

da alcuno.

Ecco: ero a bordo…..mi portavano via sull’acqua….mi libravo

tra le nubi….e scendevo, scendevo….

Gettai un grido di spavento e mi aggrappai al letto.

Avevo fatto un viaggio pericolosissimo, il vento mi aveva por-

tato per l’aria come un fagotto vuoto.

Che sollievo quando mi aggrappai al mio duro giaciglio.

Ecco, morire è così, mormorai, e ora dovrò morire.

Stetti così qualche tempo pensando soltanto a questo: che a

momenti sarei morto.

 

lo straniero 2

 

Ma poi mi alzai a sedere e domandai con voce aspra:

– Chi ha detto che adesso devo morire? Come inventore della

parola ho tutto il diritto di stabilire io stesso che cosa debba

significare…..

E mi udivo fantasticare, udivo le mie parole.

La mia stravaganza era un delirio di debolezza e sfinimento,

ma ero cosciente. E come un lampo mi balenò nel cervello l’-

idea che fossi impazzito.

Atterrito saltai dal letto.

Cercai la porta, tentai di aprire, mi lanciai con violenza contro

di essa per abbatterla….

 

lo straniero 2

 

Nulla si mosse.

Soltanto la mia voce echeggiava nella stanza.

Ero caduto per terra nel mezzo della cella, non avevo più la

forza di girare intorno all’impazzata. Ed ecco baluginare qual-

cosa lassù in alto….davanti agli occhi come un quadrato bigio

nella parete, un barlume biancastro….un presentimento: la 

luce del giorno.

Oh, che respiro di sollievo!

Mi distesi sul pavimento e piansi di gioia a quel barlume be-

nedetto, singhiozzai di gratitudine e andai a baciare i vetri

della finestra come un pazzo.

Che notte avevo passato!

Come mai, pensavo meravigliato, nessuno aveva udito il 

rumore? 

Già ero nel reparto riservato, in alto, al di sopra degli altri…

detenuti.

Affamato e povero, eretico della parola….

Un ministro (di un Dio straniero) senza tetto, per così dire.

Ero di buon umore e fissando gli occhi sui vetri che diventa-

vano a mano a mano più chiari mi divertivo a darmi arie da

ministro, mi chiamavo von Tangen e parlavo in stile burocra-

tico.

Evevo smesso di fantasticare.

Non ero più tanto nervoso.

Forse fui veramente un ministro in qualche altro luogo, per

conto di qualche altro Dio…. e i suoi Dèi….

(Knut Hamsun, Fame)

(prosegue in: Fuggire la miseria (12))

 

 


 

lo straniero 2

 

FUGGIRE LA MISERIA (11)ultima modifica: 2016-10-11T00:02:00+02:00da giuliano106
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