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Woodrow Wilson Guthrie era un uomo piccolo, energico, batta-
gliero come un galletto; i suoi lineamenti erano scarni, e capelli
ispidi e cespugliosi, la voce aspra, nasale.
Ebbe un ruolo unico nella storia della musica popolare americana.
Nato a Okemah, Oklahoma, nel 1912, nell’adolescenza fu una delle
vittime della Dust Bowl. Per tutta la vita scrisse l’elegia degli uomi-
ni vittime DEL SISTEMA E DEI POTENTI CHE QUEL SISTEMA
CONTROLLANO.
Tra il 1932 e il 1952 scrisse più di mille motivi, smettendo solo
quando la sua voce e la sua penna furono messe a tacere dal
sopravvenire del morbo di Huntington, una malattia devasta-
trice che per quindici anni gli sconvolsero il corpo prima di
ucciderlo.
Molte sue canzoni fanno parte della tradizione popolare ame-
ricana e vengono cantate da persone che neanche conoscono il
suo nome, dei componimenti che teorici ed accademici concor-
dano nel giudicare vere canzoni popolari, sebbene il loro autore
sia conosciuto: infatti secondo i puristi del folk un motivo non è
popolare finché non viene filtrato da parecchie voci ed il suo auto-
re non scompare nelle ombre della storia, come è avvenuto per
gli autori della Bibbia e dei racconti mitologici greci.
Questa regola, tuttavia, non vale nel caso di Guthrie.
Lui era autentico.
Parlò delle disgrazie che colpirono lui, e gli altri Okie come
lui. E scrisse anche canzoni di protesta, canzoni ispirate da
UNA MENTE RIBELLE da un’ardente presa di coscienza sol-
lecitata dalla Depressione e dalle catastrofiche tempeste di
sabbia.
Negli anni 40 anche i puristi dovettero inchinarsi e lo acclama-
marono quale autore di ballate e canzoni popolari autentiche.
Guthrie fu veramente tutto ciò che i suoi ammiratori dissero
di lui.
Pete Seeger, ad esempio, pur moderandosi: ‘Credo che un gran
numero delle migliaia e passa di strofe che ha scritto vivranno
oltre questo secolo’.
Per John Steinbeck, Guthrie fu ‘l’essenza dello spirito americano’.
Lo studioso del folklore Greenway parlò di lui come ‘il più gran-
de personaggio della musica popolare americana’.
Clifton Fadiman, sul New Yorker: ‘Guthrie e le sue canzoni fanno
parte del patrimonio nazionale non meno di Yellowstone e Yose-
mite, e sono fra le cose migliori che questo paese possa offrire al
mondo’.
Guthrie fu indubbiamente tutto questo.
Finché la gente canterà e suonerà la chitarra canzoni come ‘This
Land Is Your Land’, ‘Roll on Columbia’, ‘So Long’, ‘It’s Been Good
To Know You’, e alcune delle Dust Bowl Ballads e tante altre balla-
te e talking blues scaturiti dalla sua mente e dalle corde della sua
chitarra, rimarranno patrimonio comune.