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Poco prima delle sei di sera del 17 agosto 1989 l’agenzia Ansa mandava i rete
una notizia di 24 righe intitolata: Banche: Bnl accerta operazioni non autorizzate
negli Usa.
Era il riassunto di un comunicato della Bnl dove si annunciava che una serie
di ‘operazioni non autorizzate’ erano state accertate nella filiale americana
di Atlanta, Stato della Georgia. ‘Si tratta’, spiegava il comunicato, ‘di operazioni
che riguardano il finanziamento di esportazioni dirette verso la Repubblica
irachena e che non erano state autorizzate dalla competente direzione Bnl
dell’area del Nordamerica’.
Le redazioni dei giornali italiani erano insonnolite dal caldo estivo, Ferragosto
era appena passato, molti giornalisti erano in ferie e il comunicato non era
certo concepito per attirare l’attenzione. Il testo, che il presidente della Bnl
Nerio Nesi aveva personalmente portato al governatore della Banca d’Italia
Carlo Azelio Ciampi per approvazione il giorno dopo Ferragosto, non
forniva alcuna cifra per chiarire le dimensioni delle ‘irregolarità’.
Il giorno dopo molti giornali ignoravano del tutto la notizia, e quelli che ne
parlavano riferivano della cosa con scarsa evidenza nelle pagine economiche.
Il Corriere della sera, per esempio, si limitava a un articoletto di 40 righe
nascosto sotto l’oscuro titolo: La Bnl nel mirino della Fed. Malgrado la calura
estiva, però, la curiosità di alcuni capiredattori era stata stuzzicata: quali
irregolarità? Quanti soldi c’erano in ballo? Che provvedimenti erano stati
presi? Se si trattava di spiccioli perché fare un comunicato? Se invece il
problema era serio, perché il comunicato non diceva nulla di più? I
telefoni cominciarono a squillare verso le 12 del mattino (più o meno
all’ora di pranzo) di venerdì 18 agosto tanto alla sede della Bnl di via
Vittorio Veneto, quanto a quella della Banca d’Italia in via Nazionale,
le fonti dei redattori economici erano però assenti, o mute.
A rilanciare la notizia fu Il Mondo.
Nel numero in edicola lunedì 28 agosto, in un articoletto senza firma
ma eccezionalmente ben informato, il settimanale economico rivelava
l’esistenza di una doppia contabilità nella filiale Bnl di Atlanta e faceva
capire tra le righe che le ‘irregolarità’ erano in realtà una catastrofe.
Il muro di silenzio era stato rotto da una fonte interna della Bnl che
si era data la pena di chiamare il direttore Redento Mori, in vacanza
sulla Costa Smeralda, per spiegargli come stavano veramente le cose.
Mori si mise immediatamente alla macchina da scrivere e mandò il
pezzo a Milano.
Il Mondo non ha mai avuto tirature straordinarie ma viene ritenuto affidabile:
i quotidiani capirono immediatamente che la storia doveva essere vera.
Il giorno dopo, martedì 29 agosto, su tutti i giornali l’affare Atlanta esplodeva
e su la Repubblica Arturo Zampaglione dava la cifra di 2 miliardi di
dollari, circa 2400 miliardi di lire.
‘Non è che la Bnl abbia perso tutti questi soldi’, scriveva Zampaglione, ‘si
tratta infatti di crediti garantiti dalle autorità irachene. L’istituto di Nesi,
però, si è trovato esposto, quasi senza accorgesene, per cifre consistenti
nei confronti di un paese che non ha fama di essere un pagatore puntuale’.
Il tono era ancora rassicurante ma ormai il bubbone era scoppiato.
(Fabrizio Tonello, Progetto Babilonia)