Precedente capitolo:
– E chi è così padre?
– Colui che non chiacchiera molto e ascolta poco, perché chi perde il
suo tempo nel discutere e nell’ascoltare chiacchiere, vibra pugni contro
il vuoto. Infatti Dio, il padre, il bene, non si conoscono né parlandone,
né ascoltandone parlare. Stando così le cose, tutti gli esseri possegono
i sensi, perché non potrebbero esistere senza di essi; ma la conoscenza
differisce molto dalla sensazione. La sensazione si produce in seguito
a qualcosa che fa impressione su di noi, mentre la conoscenza è il
raggiungimento completo della scienza, che è dono di Dio.
Ogni scienza è incorporea, in quanto usa come suo strumento l’intelletto,
che a sua volta si serve del corpo.
Così gli oggetti intelligibili e materiali penetrano ambedue nel corpo.
Infatti tutte le cose risultano necessariamente dall’opposizione e dalla
contraddizione, ed è impossibile che avvenga altrimenti.
– Chi è dunque il dio materiale di cui parli?
– Il mondo, che è bello, ma non buono, essendo costituito di materia e
soggetto a passioni. E’ il primo di tutti gli esseri passibili; ma il secondo
nella serie degli esseri, ed è incompleto in se stesso, ha avuto anch’esso
un principio nella sua esistenza, ma esiste sempre, perché esiste nel
divenire, costituisce il divenire delle qualità e delle quantità: è infatti
sempre in movimento e ogni movimento della materia è divenire.
L’immobilità intelligibile suscita il movimento della materia in
questo modo: poiché il mondo è una sfera, cioè una testa, tutte le
cose che sono unite alla membrana di questa testa, nella quale si
trova l’anima, sono per natura immortali, e poiché il corpo è stato
fatto per così dire nell’anima, esse hanno maggiore quantità d’anima
che di corpo. Tutte le cose che sono invece lontane dalla membrana,
sono mortali, perché hanno maggiore quantità di corpo che di
anima.
Ogni essere vivente, come l’intero universo, è dunque composto
di materia e d’intelligibile. Il mondo è dunque il primo essere
vivente, mentre l’uomo è il secondo dopo il mondo, ed è il primo
degli esseri mortali: egli possiede insieme agli altri esseri viventi
il principio vitale; e non solamente non è buono, ma è cattivo in
quanto mortale; il cosmo non è buono in quanto è soggetto a
movimento, non è cattivo in quanto è immortale.
L’uomo è cattivo in quanto soggetto al movimento e in quanto
mortale.
(Ermete Trismegisto, Corpo Ermetico)