Una notizia:
Sei alpinisti morti…… sul Gran Zebrù……
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con Pietro Autier sulle orme del Payer
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(Dal diario di Payer)
La battaglia di Custoza, per la quale gli italiani avevano
scelto l’anniversario di Solferino annientò in un sol colpo
la fiducia nelle capacità militari del nuovo stato, fiducia
che si era fondata sugli effimeri allori degli ultimi anni
e che aveva trovato espressione in due famosi frasi dei
suoi condottieri.
Vittorio Emanuele, la mattina del giorno della battaglia,
aveva detto ai suoi artiglieri sul Monte Vento:
– Amici, domani mangemo i paperelli a Verona;
e Persano, vedendo arrivare la flotta imperiale aveva
esclamato:
– Adesso vengono i pescatori!
L’Armata meridionale, inviata con sorprendente rapidi-
tà a Vienna a difesa della capitale del regno, ritornò sull’-
Isonzo dopo la conclusione dell’armistizio con la Prussia;
la sua posizione di forza e la sollevazione del popolo tiro-
lese, così spesso oltraggiato con elegante disprezzo, indus-
sero il re d’italia a rinunciare al perseguimento della solu-
zione armata e ad accontentarsi di quello che aveva otte-
nuto senza meriti propri, come in sogno.
La guerra era finita, a Lubiana cambiai la spada con il ba-
stone da montagna (1° sett. 1866) e, passando attraverso
Marburg, Villach, Lienz, Bressanone, Bolzano e Merano,
arrivai la sera del 9 settembre a Prato, alle porte delle go-
le selvagge delle montagne dell’Ortles, rischiarato dallo
splendore del tramonto.
Qui incontrai il 2° Battaglione Kaiserjager, le compagnie
dei Landesschutzen e l’Armata Lichtenstein che tornava-
no a casa dopo aver difeso con successo il Passo dello
Stelvio contro un nemico superiore.
Il giorno seguente mi inoltrai lungo la tranquilla valle
alpina verso Trafoi e da lì andai…..
(L. Viazzi)