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un demonio? no, Mattia Zurbriggen
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La giornata di oggi, è trascorsa, ma la festa del C.A.I.
rimane e rimarrà per sempre nell’animo di tutti i cit-
tadini italiani, come un ricordo vivo e inestinguibile,
fasciato di pungente nostalgia.
Diciamo subito che la festa organizzata da questa
giovane e rigogliosa sezione del C.A.I. diretta con
fervore quasi religioso dal fedelissimo camerata Vit-
torio Colitti, è riuscita felicemente, superando le più
rosee aspettative.
Alle 13 in punto, echeggia uno squillo di tromba.
La zuppa s’è cotta, la zuppa s’è cotta…
Comincia così per tutti il rito quotidiano del Santo
Stomaco.
Si mangia e si beve dappertutto.
Si canta, si suona, s’intrecciano brindisi e sonetti.
Totonno Casolino, coadiuvato all’uopo dal terribile
ricciaiolo signor Salvatore Mastroianni e dal folclo-
rista don Peppe Fiorilli, batte la solfa, ritmando con
monumentali bicchieri di vino alla musica di Riccia
che…contorna il rancio con graziose ed elettrizzanti
sonatine.
Sull’alto del declivio boscoso si è accampata una co-
mitiva pericolosissima sotto l’aspetto….masticatorio.
E’ la comitiva di ‘panza mia, fatte capanna’ prese-
diuta dallo spettacoloso don Ferdinando Barone, sot-
topresiediuta da quel grande cervello, ed anche gran-
de stomaco, che è il cavalier Nicolino Amoroso e ge-
stita da Peppino Maddalena, che s’è magnato e bevu-
to tutto!
Da fonte sicura abbiamo appreso che codesta …bene-
merita comitiva ha divorato la bellezza di 10 chilo-
grammi di filetto di vitello al forno ed accessori (e…
non solo….).
(da ‘Il Giornale d’Italia’ del 25 Maggio 1932)