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Tommaso Campanella nacque il dì cinque di settembre dell’anno 1568
in San Biagio, borgo di Stilo.
Dell’età prima del Campanella assai scarse ed oscure notizie ci pervennero;
pure di quelle poche io varrommi in questo scritto.
Dall’età di cinque anni, com’egli nel ragionamento de’ suoi libri racconta,
datosi con grande ardore agli esercizi di pietà ed allo studio delle
lettere, ogni cosa che da’ parenti in casa, o da’ preti in chiesa udisse,
ogni cesa da’ maestri in iscuola gli venisse insegnata, meravigliosamente
riteneva nell’animo.
Il che per l’eccedere l’ordinario de’ fanciulli di quell’età m’è piaciuto
notare. Concordi in questo gli autori che di lui scrissero affermano,
che egli fino da quell’età diede prova di non volgare ingegno, e di
memoria meravigliosa.
Adunque prestamente in lui queste due facoltà si manifestarono,
la fantasia e la memoria, le quali di primo lancio lo spinsero alla
poesia, bisogno istintivo, primo linguaggio degli uomini come
de’ popoli, espressione fedele dell’effetto che in noi produce lo
spettacolo del mondo esteriore.
Imperciocché ripiegare lo spirito sulle ricevute impressioni, e
rintracciare le cagioni de’ fenomeni a più matura età si appartiene.
Di tredici anni il Campanella dettava versi con rara felicità, onde
bene è deplorare uno de’ suoi biografi ch’ei s’imbattesse in barbari
precettori.
Negli anni che hanno a seguire, il Campanella vestì l’abito religioso,
i Domenicani di Stilo il mandarono ad un altro luogo in San Giorgio,
perché meglio vi si addottrinasse nelle cose della filosofia.
Avvenne che appunto in que’ giorni capitò in San Giorgio il nuovo
signor di quel feudo, ed il Campanella fu eletto a recitare l’orazione
da lui composta per quella occasione, e versi ed inni recitò ancora,
i quali furono avidamente uditi dalla gente di quello e de’ vicini
paesi concorsa in folla per godere di quelle magnifiche feste
feudali.
(M. Baldacchini, Vita di Tommaso Campanella)