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Ma la ragione, da sola, non basta.
E’ necessario anche uno spazio pubblico, universalmente accessibile,
nel quale gli individui possano comunicare liberamente e denunciare
l’uso illegittimo o malaccorto del potere.
Hannah Arendt, che si è occupata dei totalitarismi del Ventesimo
secolo, ha sottolineato l’importanza della sfera pubblica in questo
processo: ” I soli rimedi contro l’abuso di pubblico potere da parte
di individui privati stanno nella sfera pubblica stessa, nella luce che
emette ogni atto compiuto nell’ambito della vita pubblica, nell’
inevitabile visibilità cui espone tutti quelli che vi entrano.”
Se lo spazio pubblico non è aperto a tutti, chi ne controlla l’accesso
ne diventa automaticamente il guardiano; se decide di far pagare
un biglietto d’ingresso, gli individui più ricchi acquistano una maggiore
capacità di partecipare, mentre le idee degli uomini e delle donne
che non possono sostenere il costo del biglietto d’ingresso allo spazio
pubblico non vengono più prese in considerazione.
Ma se le opinioni di questi ultimi rimangono tagliate fuori
dallo spazio di pubblica discussione, la meritocrazia delle idee,
che è sempre stata il cuore pulsante della teoria democratica, si inceppa;
il dialogo democratico viene così sottratto al principio di ragione e
può essere facilmente manipolato.
(Al Gore, L’assalto alla ragione, Feltrinelli)