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Le castagne hanno ispirato alcuni modi di dire e proverbi, da
cui il più frequente, ‘Prendere in castagna’, significa ‘cogliere in
fallo qualcuno’.
Invece ‘Cavar le castagne dal fuoco con la zampa del gatto’ al-
lude a chi fa qualcosa a suo vantaggio esponendo altri al rischio.
Ormai desuete o rare sono le locuzioni ‘Far le castagne’, ovvero
produrre schiocchi premendo e strisciando con forza il dito pol-
lice contro il medio, e ‘Meno di una castagna’, cioè poco o nulla,
cui si riallaccia il detto ‘Gli è avanzato men d’una castagna’.
Anticamente, come testimonia l’Ariosto, la scorza di castagna
indicava quella particolare tonalità del marrone: ‘Un destrier
baio a scorza di castagna’.
A sua volta la ‘castagna’ di un pugile può sconfiggere l’avversa-
rio; a meno che chi la possiede non si faccia ‘incastagnare’, cioè
mettere in difficoltà.
Una bona ‘castagna’ è anche il tiro secco e violento di un calcia-
tore.
‘Castagnola’ è invece il termine che designa un piccolo petardo,
e nell’Italia meridionale, come in Spagna, indica al plurale le
nacchere con il loro suono secco che ricorderebbe quello di due
castagne vivacemente percosse l’una contro l’altra.
‘Marrone’ è detto il frutto di una varietà di castagno; esso è ova-
le, non schiacciato da un lato come la castagna comune perché se
ne forma uno solo per riccio.
Oltre ad avere dato il nome a un celebre dolce, il ‘marron glacé’,
si è trasformato nell’aggettivo che indica quel particolare colore.
Ha ispirato infine alcune locuzioni che hanno assunto significato
negativo: si pensi, per esempio, a ‘marrone’ o ‘smarronare’, nel
senso di dire spropositi, o a ‘marronata’ come clamoroso spropo-
sito.
Fare o commettere un marrone, oppure un ‘marrone madornale’,
significa commettere un grosso errore dovuto a IGNORANZA O,
meno frequentemente, a disattenzione.
(Florario, Miti, leggende e simboli di fiori e piante)