Nel giugno di tre anni fa sentii all’alba battere sui vetri delle
finestre e io supposi fosse un amico di passaggio a salutarmi
così, ma alla terza volta scesi dal letto e fui sorpreso nel vedere
una giovane cornacchia non ancora completa nelle penne della
prima muta che era lì sul davanzale come ad aspettare qualcosa.
Capii che cosa quando con insistenza tenne aperto il becco dopo
un tenue craa.
Inzuppai allora, un po’ di pane nel latte e aperta la finestra incominciai
ad imbeccarla; quando fu ben sazia emise un altro cra e sbattè le
ali, e si allontanò, infine, verso il bosco un poco svolazzando un
poco camminando.
Per altre mattine ritornò puntuale e al pane alternai briciole di
biscotto, pezzetti di carne, fettine di mela.
(M. Rigoni Stern, Uomini, boschi e api, Einaudi)