IL TERZO OCCHIO

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il terzo occhio

 

 

 

Nelle ore in cui siamo desti sulla terra, il nostro io è limitato

al corpo fisico e, a meno che non si sia particolarmente addestrati,

non è possibile separare le due entità.

Quando dormiamo, è soltanto l’organismo ad aver bisogno di

riposo; l’anima si libera e di solito si reca nel regno degli spiriti,

press’a poco come un bambino fa ritorno a casa al termine della

giornata scolastica.

L’io e i corpi fisici mantengono il contatto per mezzo della ‘corda

d’argento’, capace di una estensione illimitata.

Il corpo rimane in vita fino a quando la corda d’argento è intatta;

al momento della morte la corda si stacca, mentre l’anima nasce

a una nuova vita nel mondo dello spirito, proprio come il

cordone ombelicale del neonato viene reciso per separarlo

dalla madre.

La nascita del bambino significa la morte dell’esistenza protetta

che esso conduceva nel corpo materno.

La morte, per l’anima, è la rinascita nel più libero mondo dello

spirito. Fino a quando la corda d’argento è intatta, l’io è libero

di vagare durante il sonno, o anche consciamente nel caso di

coloro che sono stati sottoposti a pratiche particolari.

Il vagabondare dell’anima dà luogo a sogni, che sono impressioni

trasmesse lungo la corda d’argento.

Di mano in mano che la mente fisica le capta, esse vengono

‘razionalizzate’ e adattate alle credenze dell’individuo.

Nel mondo dello spirito il tempo non esiste, il ‘tempo’ è un concetto

puramente fisico, e pertanto si hanno casi in cui sogni lunghi

e complessi sembrano svolgersi in una frazione di secondo.

Probabilmente, tutti hanno fatto un sogno in cui si sono incontrati

e hanno parlato con una persona molto lontana, forse anche

al di là degli Oceani.

Può darsi che quella persona abbia comunicato un messaggio, e 

al risveglio si ha di solito la netta impressione di ‘qualcosa’ che

si dovrebbe ricordare. Non di rado si ricorda di avere incontrato

un amico o un parente lontani e non ci stupisce ricevendo,

dopo breve tempo, notizie di quella persona. Negli individui

non particolarmente addestrati, il ricordo è spesso deformato

e il ricordo è un sogno illogico, o un incubo.

Nel Tibet viaggiamo molto mediante proiezione astrale, non

mediante levitazione, e l’intero processo è assoggettato alla

volontà.

L’io abbandona il corpo, anche se rimane legato ad esso dalla

corda d’argento. Si può viaggiare dove si vuole, con la massima

rapidità consentita dal pensiero.

Quasi tutti gli individui hanno la capacità di compiere viaggi

astrali. Tutti, probabilmente, hanno avuto la sensazione di 

scivolare nel sonno e poi, senza alcun motivo apparente, di

essere destati all’improvviso da un violento sussulto.

Esso è causato dall’esteriorizzazione troppo rapida dell’io,

da una brusca separazione dei corpi fisico e astrale.

(T. L. Rampa, Il terzo occhio)

 

 

il terzo occhio

  

IL TERZO OCCHIOultima modifica: 2011-11-17T22:00:00+01:00da giuliano106
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