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Bobby la corsa non è terminata
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Da:
Sabato 1°marzo 1969 poco dopo la
mezzanotte, la giuria rientrò in
aula e annunciò di avere prosciolto
Clay Shaw.
Mi ero già preparato all’inevitabile
verdetto e la mia reazione
emotiva fu quindi minima.
Restai nella mia convinzione
che Shaw avesse partecipato
alla cospirazione per uccidere
il presidente, con il compito
preciso di incastrare Lee Oswald
e di farne una marionetta.
Comunque non provavo sentimenti
vendicativi nei confronti di Shaw.
Aveva semplicemente fatto il suo
lavoro come funzionario dell’intelligence governativa.
E io avevo fatto il mio, come rappresentante eletto della
cittadanza di New Orleans. Dopo il proscioglimento, Mark
Lane intervistò i membri della giuria, una procedura che è
prevista dalle leggi della Louisiana.
Le risposte indicavano che non avevano potuto trovare
nessuna motivazione per la partecipazione di Shaw a un
complotto per uccidere Kennedy, che, fra l’altro, aveva
sempre dichiarato pubblicamente di ammirare.
Questo non poteva sorprendermi.
Fin dall’inizio mi ero reso conto che
ci saremmo trovati in difficoltà a
far emergere con chiarezza il
movente di Shaw.
Ritenevo che tali motivazioni
facessero capo al suo passato
come agente operativo della CIA e alla sua determinazione,
che aveva in comune con il nucleo dei sostenitori della GUER-
RA FREDDA che stavano all’interno delle agenzie federali, di
porre fine al tentativo di Kennedy di operare una svolta nella
politica estera degli Stati Uniti.
Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica e-
stera degli USA immediatamente dopo quel 22 novembe 1963,
il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della CIA
voluto togliere dalla Sala
Ovale Kennedy e metterci
al suo posto Lyndon
Johnson.
Il nuovo presidente
elevato alla responsabilità
delle nostre scelte di
politica estera dalla
sparatoria di Dallas
sarebbe stato uno dei
più entusiastici sostenitori
della Guerra Fredda, anche
se lo divenne per necessità
in quanto vicepresidente.
Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore
della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un uomo
dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per esperienza e
temperamento era ‘portato a ragionare in termini militari’.
Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al momen-
to culminante della più accesa crociata anticomunista che caratte-
rizzò la politica americana degli anni che seguirono la fine della
seconda guerra mondiale.
Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomi-
ca come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per
mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come
non ce n’erano mai state di uguali.
Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi
militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del
Pentagono’, contrastavano apertamente con l’intenzione del
presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.
Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito do-
po la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di Johnson
alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici mutamenti nella
politica estera e nella politica militare americana.
L’ordine di Kennedy di riportare a casa i primi mille uomini dal
Vietnam entro dicembre venne prontamente annullato.
Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchi-
no o, almeno così venne detto al pubblico americano.
L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro con-
dotto dall’intelligence. La risoluzione del Golfo del Tonchino, ap-
provata il 7 agosto 1964, con solo due senatori dissenzienti, die-
de a Johnson il potere di prendere qualunque decisione di ordi-
ne militare da lui ritenuta necessaria nel sud-est asiatico.
Questa dichiarazione di guerra del Vietnam del Nord, sia pure
non ufficiale, arrivò giusto a distanza di un anno dal discorso
di Kennedy, tenuto all’American University, con il quale aveva
espresso con grande forza la sua speranza di pace.
Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Con-
gresso, gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamen-
to del Vietnam del Nord.
Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Viet-
nam del Sud.
Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000.
Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio
del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnami-
ti erano morti.
QUESTA FU LA CONSEGUENZA PIU’ IMPORTANTE DELL’AS-
SASSINIO DI JOHN KENNEDY E IL VERO MOTIVO PER CUI
VENNE COMPIUTO!
(J. Garrison, JFK sulle tracce degli assassini)