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– Una cosa non capisco, come mai gli americani non abbiano
scoperto nulla laggiù.
– Glielo ha domandato, signore?
– Naturalmente no. Non mi fido della loro discrezione.
– Forse loro non si fidano della nostra.
Il capo disse: – Quei disegni….li ha esaminati?
– Non sono molto esperto in quel campo, signore.
Li ho ritrasmessi subito.
– Allora li guardi bene adesso.
Il capo dispose i disegni sulla scrivania.
Hawthorne si scostò con riluttanza dal radiatore e fu
immadiatamente scosso da un brivido.
– Qualcosa non va?
– Avevamo 34 gradi, ieri, a Kingston.
– Le si sta assottigliando il sangue.
Un po’ di freddo le farà bene. Che cosa ne pensa?
Howthorne fissò i disegni. Gli ricordavano….qualcosa.
Si sentì invaso, senza sapere perché, da una strana sensazione
di disagio.
– Ricorderà i rapporti che li accompagnavano, disse il capo.
– La fonte era sbarra tre. Di chi si tratta?
– Se non sbaglio è l’ingegner Cifuentes, signore.
-Bene, anche lui non è riuscito a capire. Nonostante tutte le
conoscenze tecniche.
Queste macchine venivano trasportate con autocarri dal
comando dell’esercito, a Bayamo, ai margini della foresta.
Poi gli autocarri furono sostituiti da muli.
Direzione generale, quelle inesplicabili piattaforme di cemento.
– Che cosa dice il Ministero dell’aeronautica, signore?
– Sono preoccupati, molto preoccupati. Ed anche incuriositi,
naturalmente.
– E gli specialisti delle ricerche atomiche?
– Ancora non abbiamo mostrato loro i disegni.
Lei sa bene come è fatta quella gente.
Si affretterebbero a criticare i minimi particolari, direbbero che
l’intera faccenda non è attendibile, che il tubo è sproporzionato
o puntato dalla parte sbagliata.
Non si può pretendere che un agente il quale disegna a memoria
non sbagli alcun particolare.
(G. Greene, Il nostro agente all’ Avana)