DA NORIMBERGA A VENEZIA (2)

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Il Tirolo era terra di caccia e di miniere degli Asburgo.

Innsbruck, il ‘ponte sull’Inn’, Durer la ritrae in un acquerello

tutto tetti aguzzi che si specchiano nel fiume sullo sfondo

delle montagne.

Vi si lavoravano armature resistenti a colpi di balestra e d’-

arma da fuoco portatile. 

Un altro acquerello riproduce il cortile della Hofburg, che

poi fu rimaneggiata da Maria Teresa. Massimiliano non ave-

va ancora intrapreso a far fondere, in un sito poco distante

sulla riva sinistra dell’Inn, le statue degli antenati per la sua

tomba nella cappella imperiale di Wiener Neustadt.

Interrotta la megalomane impresa per la morte dell’impera-

tore, resteranno, in numero di 28, a Innsbruck, intorno alla,

vuota, nella Hofkirche.

Il cardinal d’Aragona iniziò il suo viaggio all’estero entrando

in Tirolo, e le prime impressioni registrate nel giornale di

viaggio fanno pensare alle abituali sorprese nella scoperta del

mondo alpino tedesco: crocefissi di legno lungo le strade, gli

sporti a due o tre finestre da cui guardare nella strada, tetti di

tegole lucide e colorate, campanili ‘alti et acutissimi’.

 

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Il Brennero (m. 1375) è il più basso dei valichi che attraversa-

no le Alpi; già vi passavano carri pesanti e grossi; i nomi delle

merci che transitavano nei due sensi riassumono i rapporti e-

conomici internazionali che avevano i loro poli in Norimberga

e Venezia: spezie orientali, cotone, seta, frutta, allume, legno

tintorio, vetri muranensi, botti di vino da sud verso nord; sa-

le di miniera, rame, stagno, lino, lana, utensili metallici, armi,

in senso inverso.

Bolzano è una città murata del vescovo di Trento.

Qui e ancor più a Trento, principato vescovile imperiale, si

sente che il cielo, l’aria, i colori sono cambiati, lo noterà anche

Goethe.

Durer dipinge altri acquerelli.

 

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Rovereto era allora la prima terra veneziana; il segno lo si ve-

deva non solo nel leone di San Marco ‘andante’, scolpito sopra

la porta, ma in un certo gusto dell’edilizia urbana.

Nella Valle Lagarina lungo l’Adige erano stati piantati i gelsi.

Il Veneto era saldamente nelle mani della Serenissima signoria.

Nelle città – Verona, Vicenza, Padova – era soltanto all’inizio

quella trasposizione in Terraferma dei modi architettonici lagu-

nari che sempre più le caratterizzerà.

I patrizi veneziani hanno cominciato a investire nella terra; a

Venezia qualcuno degli anziani lamenta questa nuova tenden-

za, rimpiange il tempo in cui si rischiava denaro e fortuna, av-

venturosamente, per mare e nei fondaci oltremare; ora si guar-

da ai campi, si divisano lavori idraulici, bonifiche, trasforma-

zioni di culture, le prossime generazioni si daranno in grande

a farsi costruire ville con pronai di colonne classiche da cui

guardare il verde della campagna e ‘barchesse’ per ricoverare

fieni e messi. 

(L. Camusso, Guida ai viaggi nell’Europa del 1492)







 

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DA NORIMBERGA A VENEZIA (2)ultima modifica: 2012-07-18T00:00:00+02:00da giuliano106
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