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Cartesio: il genio e la contraddizione……
Nelle prime ore del 30 giugno, al 1° luglio e dall’ 1 al 2, in una
vastissima parte del territorio russo – dalla Siberia al Caucaso,
furono segnalati tramonti straordinari.
Nelle prime ore del 30 giugno, i sismografi della stessa vasta
area registrarono scosse di terremoto della durata di circa due
minuti intervallate nello spazio di un’ora.
L’intensità delle scosse non era tale da destare preoccupazio-
ne e l’epicentro corrispondeva a una zona semidisabitata.
Da Irkutsk, in Siberia, l’Osservatorio magnetico e meteorologi-
co inviò a San Pietroburgo l’informazione relativa a un picco-
lo terremoto locale nelle regioni più a nord, avvenuto tra le
7.14 e le 7.17 del mattino.
In Inghilterra l’onda sismica, così come l’onda d’aria che la
accompagnava, venne registrato nello Hampshire, a Londra,
a Cambridge.
In Germania l’osservatorio astronomico di Potsam aveva ri-
levato sia onde dirette che di ritorno.
I dati inglesi vennero discussi a Dublino alla riunione annuale
dell’Associazione Britannica, dove si calcolò che la velocità di
propagazione della prima onda di pressione era stata di 323
metri al secondo, mentre quella di ritorno viaggiava appena
più lentamente.
L’onda aveva dunque una forza tale da percorrere il perimetro
terrestre due volte.
Di nuovo, si disse che non era stato osservato un fenomeno di
così intensa violenza dall’epoca in cui i biografi britannici ave-
vano registrato l’onda di pressione provocata dall’eruzione vul-
canica del Krakatoa.
Anche la trasparenza dell’aria subì dei mutamenti a partire dal
30 giugno 1908, l’intorbidimento venne notato ovunque, la sua
intensità era perfino maggiore di quella provocata dalla diffu-
sione del pulviscolo sollevato dall’esplosione del vulcano; il
campo magnetico terrestre subì delle interferenze.
Tutti questi dati vennereo discussi e analizzati separatamente,
nonostante i fenomeni a cui si riferivano fossero avvenuti nella
stessa data.
Il ‘Times’ di Londra in quei giorni parlava solo del fenomeno
magnetico:
‘Si è verificato un leggero ma deciso fenomeno magnetico mar-
tedì notte; gli studiosi pensano che probabilmente ciò sia avve-
nuto in concomitanza di un aumento dell’attività sulla superfi-
cie solare’.
Il 3 luglio il New York Times riportò invece la notizia dei misteriosi
colori dei tramonti nordeuropei. Anche in questo caso la spiegazio-
ne scientifica proposta era collegata all’attività solare: ‘Luci dai colo-
ri davvero rimarchevoli, durate per ore, sono state osservate in cielo
martedì e mercoledì notte in Inghilterra, Belgio e Germania.
A Londra molta gente è stata indotta a credere che un incendio di-
vampasse in città. Il direttore dell’osservatorio britannico di Trep-
tow ha tranquilizzato l’opinione pubblica; non si tratta di un fe-
nomeno preoccupante – ha affermato – bensì del normale effetto
di un’attività solare particolarmente forte.
Il professor Archibald aggiunge però che qualcosa di simile si è
osservato anche dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa..’.
Cos’è dunque successo?
Una spaventosa deflagrazione sulle antiche foreste siberiane che
costituiscono la taiga.
Dopo aver sradicato e abbattuto gli alberi nella vasta area dell’epi-
centro per l’immensa forza dell’onda d’urto e del vento micidiale
che essa sprigiona, ha bruciato circa duemila chilometri quadrati
di taiga e ucciso molti animali; sono morte carbonizzate migliaia
di renne, alci, orsi e numerosi altri esemplari della fauna che po-
pola la zona.
Ufficialmente non ci sono state vittime tra gli uomini.
Nella taiga all’epoca si avventuravano solo i nomadi evenki, cac-
ciatori o pastori di renne. Nel 1908 i nomadi non erano censiti, a-
vevano rapporti quasi esclusivamente commerciali con gli immi-
grati russi che incontravano nei villaggi di frontiera per scambia-
re con manufatti e farina le pelli pregiate degli animali che caccia-
vano.