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….E se dovessimo giudicare questi ‘legislatori’ in base ai puri effetti delle
loro azioni, senza considerare, in parte, le loro intenzioni, meriterebbero
di essere trattati e puniti come quei banditi che intralciano i binari.
Ma per parlare chiaramente e da cittadino, io, a differenza di coloro che
si dichiarano anarchici, non chiedo un’immediata abolizione del governo,
ma chiedo immediatamente un governo migliore.
Che ognuno faccia sapere che tipo di governo ispirerebbe il suo rispetto:
sarà il primo passo per riuscire ad averlo. Dopo tutto, la ragione concreta
per cui – una volta che il potere sia nelle mani del popolo – si permette
a una maggioranza di governare per un lungo periodo di tempo, non
sta nella considerazione che essa sia nel giusto, né che ciò sembri giusto
alla minoranza. Il fatto è che la maggioranza è fisicamente più forte.
Ma un governo nel quale in ogni caso comanda la maggioranza non può
essere basato sulla giustizia, neppure entro i limiti in cui la intendono
gli uomini.
Non può esistere un governo dove non sia la maggioranza a stabilire,
virtualmente, il giusto e lo sbagliato, ma la coscienza? In cui la
maggioranza decida soltanto in merito alle questioni alle quali si
applichi la regola dell’opportunità? O il cittadino deve sempre – anche
solo per un momento – rimettere la propria coscienza a quella del
legislatore? Ma allora perché ogni uomo ha una coscienza?
Dovremmo essere prima di tutto uomini, e poi sudditi.
Non c’è da augurarsi che l’uomo nutra rispetto per la legge, ma che
sia devoto a ciò che è giusto. Il solo abbligo che ho il diritto di arrogarmi
è quello di fare sempre e comunque ciò che ritengo giusto.
E’ abbastanza vero quanto si dice delle corporazioni – e cioè che non
hanno coscienza; ma tuttavia una corporazione costituita da uomini
coscienziosi è pur sempre una corporazione con una coscienza.
La legge non ha mai reso gli uomini più giusti, neppure un po’;
anzi, proprio a causa del rispetto delle leggi perfino gli uomini di
buoni princìpi si trasformano quotidianamente in agenti di ingiustizia.
Ecco un esempio comune e innaturale dell’irragionevole rispetto che
si ha per la legge: capita di vedere una colonna di soldati – colonnello,
capitano, caporale, soldati e trasportatori di munizioni – tutti in marcia,
andare in guerra per monti e valli, contro la loro stessa volontà e
persino contro il loro buon senso e la loro coscienza.
Cosa che rende la marcia davvero faticosa, che fa palpitare il cuore.
Non hanno alcun dubbio sul fatto di trovarsi in un maledetto pasticcio;
sono tutti uomini pacifici.
Ma ora, cosa sono?
Forse uomini?
O piuttosto fortini e magazzini ambulanti di munizioni e armi, al servizio
di qualche potente senza scrupoli?
Andate all’arsenale e prendete un marine: ecco gli uomini che il governo
americano riesce a creare.
Vedete come può ridurli.
Mere ombre, vaghi ricordi d’uomini, uomini ancora vivi e già sepolti sotto
le armi, con tanto di cortei funebri, anche se, a volte, può accadere che
Non un tamburo echeggiava, non una nota funebre,
mentre in fretta trasportavamo il suo cadavere al riparo;
non un soldato sparò un colpo d’addio.
Sopra il sepolcro dove seppellimmo il nostro eroe.
Nella maggior parte dei casi non vi è alcun libero esercizio né della
facoltà di giudizio né del senso morale; si mettono al livello del legno,
della terra e della pietra. Forse, si potrebbero addirittura fabbricare
uomini di legno che servano altrettanto bene la causa.
Uomini simili non incuterebbero maggior timore se fossero fatti di
paglia o di sterco. In un certo senso hanno lo stesso valore dei cani
e dei cavalli. E ciò nonostante, uomini simili sono comunemente
ritenuti essere buoni cittadini.
Altri invece – come la maggior parte dei politicanti, dei legislatori,
degli avvocati, dei preti e dei burocrati – servono lo Stato soprattutto
con la testa; e data la loro ritrosia nel compiere distinzioni morali,
hanno le stesse probabilità di servire Dio come il Diavolo, ma
sempre senza volerlo.
Pochissimi invece – eroi, patrioti, riformatori in senso ampio e uomini
– servono lo Stato con la loro coscienza; e così, necessariamente, si
trovano in contrasto col governo, che è solito trattali alla stregua di
nemici.
Un uomo saggio servirà solo come uomo e non si piegherà a essere
‘argilla’ né a ‘tappare un buco per non far entrare il vento’, ma piuttosto
lascerà questo compito alle sue ceneri:
Sono di nascita troppo nobile per diventare proprietà di qualcuno,
per essere il secondo al comando, o bravo servo e strumento, di
qualsiasi Stato sovrano al mondo….
(H.D. Thoreau, Uomini non sudditi)
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