LA GUERRA IL VERO MOTIVO (24 novembre 1963)

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la guerra

 

29 novembre 1963

….Lee era un bambino felice.

Non riuscite a capire?

Il punto essenziale è come tutto questo

andrà avanti e avanti.

E’ questo il punto.

Il punto è…quando hanno iniziato a servirsi di lui?

Un tempo il mio piccolo …Lee saliva sulle cime dei

tetti con un binocolo, a spiare le case degli altri….,

e loro lo hanno mandato in missione in Russia….,

E io non so per chi lavora adesso…

(Don Delillo, Libra)

 

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Oggi risulta piuttosto chiaro, dal corso che prese la politica

estera degli Stati Uniti immediatamente dopo quel 22 novembre

1963, il motivo per cui elementi delle operazioni segrete della

CIA abbiano voluto togliere dalla Sala Ovale John Kennedy e

metterci al suo posto Lyndon Jhonson. 

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Il nuovo presidente elevato alla responsabilità delle nostre scelte

di politica estera dalla sparatoria di Dallas sarebbe stato dei più

entusiastiaci sostenitori della Guerra Fredda, anche se lo divenne

per necessità in quanto vicepresidente. 

Lyndon Johnson è stato descritto da Fred Cook, un osservatore

della scena politica americana fra i più rispettati, come ‘un

uomo dalle limitate conoscenze in politica estera’ che per

esperienza e temperamento era ‘portato a ragionare in termini

militari’. 

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Le origini dell’ascesa politica di Johnson corrispondono al difficile

momento della più accesa crociata anticomunista che caratterizzò

la politica americana degli anni che seguirono la fine della seconda

guerra mondiale.

Poco dopo la fine della guerra, parlava enfaticamente dell’atomica

come di qualcosa ‘da usare o per cristianizzare il mondo, o per

mandarlo in polvere’, insomma una benedizione cristiana come non 

ce n’erano mai state di uguali. 

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Il grande entusiasmo che Johnson dimostrava per gli interventi

militari all’estero, che gli valsero l’appellativo di ‘senatore del

pentagono’, contrastavano apertamente con l’attenzione del

presidente Kennedy di ritirarsi completamente dal Vietnam.

Quindi non può destare nessuna sorpresa il fatto che, subito

dopo la morte del presidente Kennedy e l’insediamento di

Jhonson alla Casa Bianca, si verificarono dei drastici muta-

menti nella politica estera e nella politica militare americana.

L’ordine di Kennedy di riportare al più presto il conflitto

in corso nel Vietnam venne prontamente annullato. 

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Ancora più gravido di conseguenze sarebbe stato, nella domenica

pomeriggio che seguì l’assassinio, dopo il solenne atto di presenza

alla commemorazione di Kennedy presso il Senato, l’incontro di Jhonson

con Henry Cabot Lodge l’ambasciatore USA nel Vietnam del Sud, presso

il palazzo del governo.

Informò Lodge che non aveva intenzione di perdere il Vietnam, che

non voleva che il sudest asiatico finisse nelle mani della Cina, che

‘Saigon avrebbe potuto contare su di noi’.

Nell’agosto del 1964 si verificò l’incidente del Golfo del Tonchino o,

almeno, così venne detto al pubblico americano.

L’intera faccenda aveva tutto il sapore tipico di un lavoro condotto

dalla intelligence. 

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‘Durante un normale pattugliamento in acque internazionali’, annunciò

Washington, ‘il cacciatorpediniere Maddox ha subito un attacco non

provocato’.

Johnson denunciò con tono severo quest’ ‘evidente aggressione’.

Apparve alla televisione nazionale per informare la cittadinanza

americana che ‘le ripetute azioni ostili  contro le navi degli Stati Uniti

al largo del Golfo del Tonchino mi hanno obbligato a dare oggi stesso

l’ordine alle forze armate degli Stati Uniti di intraprendere un’azione

di risposta. 

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I leader del Congresso di entrambi i partiti dichiarò, hanno assicurato di

condividere ogni risoluzione che renderà chiaro ‘che il nostro governo è

unito nella sua determinazione di prendere tutte le misure necessarie a

difesa della libertà e a difesa della pace nel sudest asiatico’.

La risoluzione del Golfo del Tonchino, approvata il 7 agosto 1964,

con soli due senatori dissenzienti, diede al vice-presidente il potere

di prendere qualunque decisione di ordine militare da lui ritenuta

necessaria nel sudest asiatico. 

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Questa dichiarazione di guerra al Vietnam del Nord, sia pure non

ufficiale, arrivò a distanza di un anno dal discorso di Kennedy,

tenuto all’American University, con il quale aveva espresso con grande

forza la sua speranza di pace. 

Appena dopo l’approvazione della risoluzione da parte del Congresso

gli aerei americani dettero inizio al primo bombardamento del Vietnam

del Nord. 

Nel 1965 più di 200.000 soldati americani si riversarono nel Vietnam

del Sud.

Nel 1966-67 se ne aggiunsero altri 300.000. 

Il giorno in cui vennero firmati gli accordi di Parigi, nel gennaio

del 1973, risultò che più di 55.000 americani e milioni di vietnamiti

erano morti.

Dunque la politica estera del presidente Kennedy venne rovesciata

‘senza conformarsi alle leggi in vigore nel paese per la sostituzione

dei suoi rappresentanti ufficiali’, che è la definizione di un colpo

di stato.

Questa fu la conseguenza più importante dell’assassinio di John

Kennedy e il vero motivo per cui venne compiuto. 

(J. Garrison, JFK) 

 

 

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