AL DI LA’ DEL MARE: un americano (5)

 

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Al di là della linea nemica: gli inglesi (3/4) &

Prosegue in:

Al di là del mare: un americano (6)

 

railroad3

 

Rivoluzionari &

Owl Creek &

Billy the Kid ….

 

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Foto del blog:

Al di sopra delle grandi vette (1) &

Al di sopra delle grandi vette (2)

Da:

i miei libri

 

 

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Proprio mentre Lincoln stava per insediarsi alla Presidenza degli Stati

Uniti, Cavour vedeva la sua opera quasi al culmine….

Di lì a tre mesi egli sarebbe sceso nella tomba.

Quattro anni dopo Lincoln avrebbe avuto un destino stranamente simile:

quello di mancare al suo paese e al suo partito proprio nell’ora suprema,

nella crisi di passaggio tra due ere; e, come Cavour, Lincoln avrebbe la-

sciato la direzione della politica nelle mani di uomini che (sotto l’aspetto

di continuatori dell’opera sua) ne sarebbero stati in realtà i capovolgitori

e gli eversori.

 

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… Il processo di formazione della nazione americana era stato allora

solo avviato: ed ora questa nazione doveva sorgere, salda, unita, omo-

genea, capace di armonizzare gli interessi del Mezzogiorno e del Set-

tentrione, di adattare le vecchie strutture agrarie alla nuova realtà della

rivoluzione industriale senza però sopprimerle.

Nella persona di Lincoln il Medio Ovest aspirava ad assidersi arbitro tra

i due mondi ‘l’uno contro l’altro armato’. Ma il Sud aveva fatto ricorso alla

secessione: ora l’Unione doveva essere salvata, se il processo di forma-

zione della nazione americana doveva andare avanti.

 

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E’ uno dei grandi drammi storici che i due moti, per la formazione di una

nazione americana omogenea da una parte, e per l’indipendenza di un’-

autonoma nazione sudista dall’altra, si siano così tragicamente incon-

trati su un’area ove dei due ideali doveva venire inesorabilmente sacrifi-

cato.

E’ chiaro che nel pensiero di Lincoln il Sud doveva avere un posto, e un

grande posto, nella nuova nazione: ma l’indipendentismo sudista doveva

essere irrimediabilmente bandito.

Abbiamo citato prima il nome di Cavour e non a caso…

 

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Perché Lincoln era veramente il Cavour di questo nuovo risorgimento a-

mericano le cui battaglie stavano per combattersi. E come per Cavour il

processo di unificazione nazionale italiana doveva portare non ad un’Ita-

lia qualunque, ma ad un’Italia liberale e parlamentare, così per Lincoln la

‘grande Repubblica’ doveva essere essenzialmente fondata su uno svi-

luppo ulteriore della democrazia.

Questo doveva essere l’Unione: questo, o nulla!

Lincoln non era un nazionalista… Per lui si trattava di salvare l’unità ove

un governo del popolo si era potuto stabilire ed ove, se pure ancora so-

pravvivevano (e probabilmente sarebbero sopravvissute a lungo) disu-

guaglianze e ingiustizie, la strada era tuttavia aperta per il pacifico pro-

gresso verso un’età in cui tali disuguaglianze e ingiustizie sarebbero

state eliminate per sempre.

 

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La democrazia doveva ‘elevare le condizioni dell’uomo, scaricare da

ogni spalla i pesi inutili, aprire per tutti il cammino verso lodevoli impre-

se, garantire a tutti un punto di partenza senza intralci ed una onesta

possibilità di riuscire nella gara della vita…’.

Ma questo non era possibile accettando la secessione: ‘Il nostro gover-

no popolare è spesso stato definito un esperimento. Due suoi capisaldi

il nostro popolo ha già definitivamente stabilito: la possibilità di fondarlo

con successo e di amministrarlo con successo. Uno ancora ne rima-

ne: la possibilità di mantenerlo con successo di fronte ad un formidabi-

le tentativo di rovesciarlo… E in questa lotta è in gioco ben più che il

destino di questi Stati Uniti. Essa infatti pone all’intera famiglia umana il

problema se una repubblica costituzionale, o una democrazia, – un go-

verno del popolo, per opera del popolo, – può o no mantenere la sua in-

tegrità territoriale contro i suoi nemici interni…

 

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Ciò ci costringe a chiederci: una debolezza su questo punto è forse

inerente e fatale a tutte le democrazie?’.

Così il suo sguardo si levava a dominare prospettive politiche immen-

se, ben di sopra e di là dagli orizzonti di tutti i suoi conterranei, e spa-

ziava oltre i confini degli Stati Uniti, sul mondo.

Da quando i patrioti dell’indipendenza avevano fondato l’Unione, essa

era parsa una sfida all’intera Europa feudale e assolutista e di là dall’-

Atlantico monarchi e tiranni ne avevano atteso con impazienza la

caduta. 

Essi, per il vero, avevano irriso alla pretesa democratica di lasciare i

destini dello stato nelle mani del popolo: e avevano profetizzato il pros-

simo crollo di quella grande comunità in cui gli uomini avevano osato

tentare di vivere liberi ed eguali!

 

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Ora, la democrazia non poteva reggersi che sul rispetto della volontà

della maggioranza: se si consentiva alla minoranza di andarsene a fon-

dare un’altra unione, allora la democrazia era morte e non rimaneva ai

monarchi e ai tiranni che seppellirla, dopo aver dimostrato che solo

piegando il popolo sotto la sferza si poteva mantenere l’unità dello Sta-

to.

I sudisti che avevano fatto la secessione amavano la democrazia non

meno di Lincoln ed erano pronti per i suoi principi a dare la vita: ma la

loro visione pareva piuttosto ‘locale’, mentre quella del grande Presi-

dente spaziava sul mondo intero (oltre i piccoli e meschini interessi

della piccola o grande borghesia di provincia) ove le sorti stesse della

democrazia erano in gioco.

 

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Un giorno, parlando al suo segretario John Hay, Lincoln ebbe a dire

senza ambagi: ‘per parte mia, io penso che l’idea-base di questa lotta

consista nel provare che il governo popolare non è un’assurdità. Noi

dobbiamo chiarire ora questo problema: se, in un governo libero, la

minoranza ha il diritto di spezzare in due lo stato quando meglio cre-

de. Se noi falliremo, ciò sarà portato come prova dell’incapacità del

popolo a governarsi da solo. Ci può essere una sola considerazione

 

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da fare per obiettare ad un tale giudizio: che cioè nel caso nostro si

è in presenza di un vasto e ramificato elemento perturbatore tale che

non si troverà mai nella storia di alcun’altra nazione libera.

Questo tuttavia non lo dobbiamo dire ora.

Prendendo il governo come lo abbiamo trovato, vedremo se la mag-

gioranza può preservarlo’.

La vittoria della secessione avrebbe però significato per lui non solo

la disfatta morale della democrazia, ma lo spezzettamento del Nord

America in potenze ostili, a……

(R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana)

 

(Prosegue….)

 

 

 

 

 

 

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AL DI LA’ DEL MARE: un americano (5)ultima modifica: 2014-01-18T00:02:25+01:00da giuliano106
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