Precedente capitolo:
Prosegue in:
Foto del blog:
Libri, appunti, dialoghi…
Un sito…
I Lykov notarono subito i primi satelliti, non appena furono mandati
in orbita: “Le stelle cominciarono a muoversi in cielo”.
Nella cronaca dei Lykov l’onore di questa scoperta è attribuita ad
Agaf’ja. Mentre le stelle ‘veloci’ in cielo diventavano sempre di più,
Karp Osipovic formulò un’ipotesi, la cui audacia fu subito derisa da
Savin. “Sei fuori di testa. E’ forse concepibile quello che dici?”.
L’ipotesi dell’allora sessantenne Karp Asipovic consisteva in questo,
che ‘gli uomini avessero escogitato qualcosa e scagliassero dei fuo-
chi molto simili alle stelle’.
Che i ‘fuochi’ non venissero semplicemente lanciati in cielo dagli
uomini, ma che gli uomini stessi vi girassero per il cielo, i Lykov
lo appresero dai geologi, ma risero con condiscendenza: “Non è
vero…”.
Eppure avevano visto gli aeroplani sorvolare la taiga, in alto e
anche relativamente in basso. Ma nei ‘vecchi libri’ per questo c’
era una spiegazione.
“In cielo voleranno uccelli di ferro” lesse Savin.
Laggiù il tempo passava lento.
Mostrando l’orologio chiesi ad Agaf’ja e a Karp Osipovic come
facevano a misurare il tempo.
“E che bisogno c’è di misurare?” disse Karp.
“Estate, autunno, inverno, primavera – ecco qua, l’anno.
E il mese si vede dalla luna.
Ecco guarda, è già calata.
E il giorno è semplicissimo: mattino, mezzogiorno e sera.
L’estate, appena l’ombra del cembro cade sul portavivande, è
mezzogiorno”.
Tuttavia per i Lykov il computo del Tempo con giorni, settimane,
mesi e anni era della massima importanza! Perdersi nel Tempo,
come riconoscevano distintamente, avrebbe significato sconvolge-
re la suddivisione della loro vita in feste, preghiere, digiuni, giorni
di grasso, anniversari dei santi, il calcolo degli anni della propria
vita.
Il computo del Tempo era osservato nel modo più rigoroso.
Ogni giorno iniziava con la dichiarazione del giorno della settimana,
del giorno del mese, del mese dell’anno.
Il ‘sacerdote’ addetto al Tempo era Savin.
E se ne occupava in modo impeccabile, senza sbagliarsi.
Savin non faceva incisioni alla maniera di Robinson.
Aveva una memoria fenomenale come un antico libro; la verifica del
calcolo sulla luna nascente e le immancabili sedute al mattino per
determinare ‘in che giorno viviamo’ erano parte dell’elaborazione
quotidiana del calendario.
Non erano rimasti indietro, non erano andati avanti di un solo giorno
i Lykov nella cronaca della loro vita! Questo aveva stupito i geologi,
che al primo incontro avevano chiesto: “E che giorno è oggi?”.
Questo continua a stupirli, quando incontrano i Lykov.
“Solo una volta” racconta Agaf’ja,
“Savin ebbe paura di essersi sbagliato”.
Fu un giorno di grande paura.
Si misero tutti insieme a contare, collazionare, ricordare, controlla-
re.
Agaf’ja con la sua fresca memoria, riuscì ad agguantare per la
coda il Tempo che era quasi sfuggito loro di mano.
Agaf’ja ci ha spiegato con evidente piacere l’intero sistema di computo
del passare dei giorni. Ma uomini abituati ai servizi d’informazione,
ai calendari e alle agende, non potrebbero assolutamente capire
quanto per la cara Agaf’ja costituiva un piacere del tutto legittimo.
I giovani Lykov sapevano degli altri uomini dai racconti e dai ricordi
dei loro vecchi. Tutta la sfera di vita cui essi non partecipavano veniva
chiamata ‘mondo’.
“Questo mondo è peccaminoso, pieno di lusinghe, di offese a Dio.
Bisogna nascondersi agli uomini e averne timore”…..
(E come non dargli ragione….)
(V. Peskov, Eremiti nella Taiga)