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Breve premessa…
“Salomone nei Proverbi esorta dicendo:’Non volgerti a una donna cattiva,
perché stillano miele le labbra della meritrice, e a tempo opportuno essa
unge la tua gola, ma in seguito la troverai più amara del fiele e aguzza più
di una spada a due tagli. Poiché i piedi della follia conducono coloro che
vi si affidano alla morte nell’Inferno’.
C’è un mostro del mare detto balena: ha due nature.
La sua prima natura è questa: quando ha fame, apre la bocca, e dalla sua
bocca esce ogni profumo di aromi, e lo sentono i pesci piccoli e accorrono
a sciami nella sua bocca, ed esso li inghiotte; non mi risulta invece che
i pesci grandi e adulti si avvicinino al mostro. Così anche il demonio
e GLI ERETICI, con un soave profumo adescano i piccoli e coloro
che non hanno il senno adulto; quelli invece che hanno l’intelletto: tale
fu Giobbe, tali Mosè, Isaia, Geremia, e tutta la schiera dei profeti; così
Giuditta scampò ad Oloferne, Ester ad Artaserne, Suanna ai vecchioni,
Tecla a Tamiri.
L’altra misura del mostro: esso è di proporzioni enormi, simile a un’isola;
ignorando, i naviganti legano ad esso le loro navi, come in un’isola, e
vi piantano le ancore e gli arpioni; quindi vi fanno fuoco sopra per
cuocersi qualcosa, ma non appena esso sente caldo, s’immerge negli abissi
marini e vi trascina le navi. Se dunque anche tu, o uomo, ti tieni sospeso
alla speranza del DEMONIO, questi ti trascina con sè IN NERI ABISSI
DI SPAZI PROFONDI.
…Ben dunque il FISIOLOGO ha detto della balena…”
(Il Fisiologo)
Se è vero che, come fanno pensare le prove molecolari, gli animali più
affini alle balene sono gli ippopotami, si è tentati di cercare i loro progenitori
tra i fossili dalle tendenze erbivore. Tuttavia nessun odierno delfino o balena è
erbivoro. A proposito, i dugonghi e i lamantini, che non hanno alcuna parentela
con le balene e ippopotami, dimostrano che è possibilissimo, per un mammifero
esclusivamente marino, seguire una dieta esclusivamente erbivora. Ma i cetacei
si nutrono di crostacei planctonici, pesci e calamari o grosse prede come le
foche. Così si sono cercati gli antenati delle balene tra i mammiferi di terra
carnivori. Il primo ad avere l’idea fu lo stesso Darwin, in un brano che,
non so per quale motivo, suscita a volte ilarità:’Hearne ha visto nell’America
settentrionale l’orso bruno nuotare per ore con la bocca spalancata, prendendo
gli insetti nell’acqua, quasi come una balena. Anche in un caso così estremo
come questo se la riserva degli insetti fosse costante, e se non esistessero
nel paese competitori meglio adatti, non vedrei nessuna difficoltà nel fatto
che una razza di orsi per effetto della selezione naturale potesse diventare
più acquatica per struttura e abitudini, con la bocca sempre più larga
fino a un essere mostruoso come una balena’.
Questa disgressione di Darwin illustra un importante concetto generale
inerente all’evoluzione. L’orso visto da Hearne era senza dubbio un
individuo intraprendente, che si cibava in maniera insolita per la sua
specie. Credo che, in campo evolutivo, molte nuove tendenze partano
proprio così, dall’idea geniale di un individuo che scopre una tecnica o
un espediente nuovo e utile e impara A PERFEZIONARSI.
Se l’abitudine viene imitata da altri, compresi magari i figli dell’individuo
in questione, inizierà una nuova pressione selettiva: la selezione favorirà
la predisposizione genetica a essere bravi nell’apprendimento della nuova
tecnica e le conseguenze saranno rilevanti. E’ possibile che proprio da
fenomeni del genere traggano origine abitudini alimentari ‘istintive’ come
quelle del picchio che martella sul tronco, o del tordo e della lontra marina
che schiaccia molluschi.
Gli scienziati che cercano tra i fossili esistenti un antecedente plausibile
degli archeoceti, si sono orientati per molto tempo verso i mesonichidi,
un vasto gruppo di mammiferi terrestri che fiorirono nel Paleocene, subito
dopo l’estinzione dei dinosauri. I mesonichidi erano perlopiù carnivori o
onnivori come l’orso di Darwin, e parevano degni antenati delle balene
prima che spuntasse l’ipotesi dell’ippopotamo. Un’altra loro bella
caratteristica era la presenza di zoccoli. Erano carnivori con gli zoccoli:
simili ai lupi, m con gli zoccoli.
Che abbiano dato origine sia agli ungulati artiodattili sia alle balene?
Purtroppo, l’ipotesi non si sposa con la teoria dell’ippopotamo.
Benché i mesonichidi siano parenti degli odierni ungulati artiodattili,
non sono più imparentati con gli ippopotami di quanto lo siano con il
resto degli animali dotati di piede fesso. Torniamo ancora una volta alle
prove molecolari e alle incredibili scoperte cui hanno condotto: le balene
non sono cugine di tutti gli artiodattili, ma sono ‘incluse’ negli artiodattili,
e più affini agli ippopotami di quanto questi non siano affini alle vacche.
Mettendo insieme i dati raccolti, possiamo abbozzare la seguente cronologia
progressiva. Dalle prove molecolari risulta che i cammelli si divisero
dal resto degli artiodattili 75 milioni di anni fa, all’epoca in cui scomparvero
gli ultimi dinosauri. A proposito, non si pensi che l’antenato comune
somigliasse a un cammello: allora tutti i mammiferi avevano l’aspetto di
toporagni. Ma, 75 milioni di anni fa, i toporagni che avrebbero dato
origine ai cammelli si separarono dai toporagni che avrebbero dato origine
al resto degli artiodattili. La divisione fra maiali e gli altri ruminanti ebbe
luogo 60 milioni di anni fa. La divisione tra ruminanti e ippopotami avvenne
55 milioni di anni fa. Non molto tempo dopo, circa 54 milioni di anni fa,
la linea ancestrale delle balene si divise dalla linea ancestrale degli
ippopotami, dando a una balena primitiva come il Pakicetus semi-acquatico
il tempo e il modo di evolversi, 50 milioni di anni fa.
Le balene con i denti e le balene con i fanoni, si separarono solo 34 milioni
di anni fa, all’epoca a cui risalgono i primi fossili di balene con i fanoni.
Forse ho calcato la mano quando ho spiegato quale sorpresa sia stata per
un zoologo tradizionale come me apprendere della parentela ippopotami-
cetacei, ma sono rimasto sconcertato, qualche anno fa quando lessi di
tale ipotesi (……..), ma a prescindere ciò si noterà che la scoperta della
connessone ippopotamo-balena mette a dura prova ogni certezza.
Riacquisteremo fiducia se ci venisse in mente un buon motivo per cui
le balene avessero qualcosa di speciale che le distinguesse sotto questo
particolare riguardo. Per esempio potrebbe essere artiodattili con una
marcia in più, che d’un tratto hanno decollato dal punto di vista evolutivo,
lasciandosi alle spalle il resto della categoria.
I loro più stretti cugini, gli ippopotami, non sarebbero invece progrediti
granché, restando normali, simili ai maiali, rispettabili artiodattili.
In poche parole, nella storia delle balene è magari successo qualcosa che
le ha fatte EVOLVERE a un ritmo così veloce da rendere impossibile,
con mezzi non molecolari, individuare in esse l’antica origine di artiodattili?
Che cosa potrebbe essere questa caratteristica così speciale?
Quando si imposta il problema in questo modo, la soluzione salta agli occhi.
Abbandonare la terraferma e diventare totalmente acquatici equivalse ad
andare nello spazio.
Nello spazio siamo senza peso.
La balena galleggia.
Diversamente dalla foca o dalla tartaruga, che continuano a riprodursi sulla
terraferma, la balena non smette mai di galleggiare.
Non subisce mai le costrizioni della gravità.
L’ippopotamo passa del tempo in acqua, ma ha sempre bisogno di zampe
muscolose e robuste come tronchi per camminare sulla terraferma.
La balena non ha bisogno di zampe e, di fatto, non ne ha.
In fondo, è quello che vorrebbe essere un ippopotamo se solo potesse affrancarsi
dalla tirannia della gravità. Poi, naturalmente, vivere tutto il tempo in
mare procura molti altri vantaggi, sicché non c’è da stupirsi più se l’evoluzione
dei cetacei è stata così rapida e gli ippopotami, come i maiali, sono rimasti
indietro, arenati sulla terraferma in mezzo agli artiodattili.
Circa lo stesso era accaduto trecento milioni di anni prima, quando i nostri
ANTENATI pesci erano emersi dall’acqua per stabilirsi sulla terraferma.
Se i cetacei sono ippopotami con una marcia in più, noi siamo dipnoi con
una marcia in più.
L’emergere di balene senza zampe dalla moltitudine degli altri artiodattili
rimasti ‘indietro’ non dovrebbe sorprendere più dell’emergere di animali
terricoli a quattro zampe di un particolare gruppo di pesci rimasti, rispetto
a loro, ‘indietro’.
In ogni caso, così cerco di spegarmi razionalmente la connessione balena-
ippopotamo e di riacquistare la perduta sicurezza di zoologo tradizionale.
(R. Dawkins, Il racconto dell’antenato)
…Un sito www.seashepherd.org