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E’ la notte dei fuochi d’artificio a Plush, pensò Mary guardando la
piazza buia.
E’ il falò che si accenderà quando arriva Tom.
Attraverso i vetri della macchina ferma guardava il podio vuoto
della sua famiglia e gli affittuari tutti stipati dentro il vecchio
padiglione di cricket.
Quei passi felpati erano passi dei guardacaccia che si riunivano
di fronte a suo fratello Sam tornato per l’ultima licenza. Faceva
finta di sentire la voce del fratello, un po’ troppo da piazza d’
armi per il suo gusto, ancora stridente per la tensione dell’Irlanda.
– Tom?
Chiama.
– Dov’è il buon vecchio Tom?
Nessuno risponde.
Tom si è ficcato sotto il giaccone di montone di Mary, la testa schiacciata
contro la coscia di lei, e nulla tranne forse il Natale potrebbe convincerlo
a uscire.
– Tom, dove sei, sei tu il più giovane,
grida Sam.
– Ma dov’è?
– Tra un anno sarai troppo grande, lo sai Tom?
Poi il rifiuto brutale.
– Ma che vada all’inferno. Lo faremo fare a un altro.
Tom si vergogna, i Pym fanno brutta figura. Come al solito a Sam
fa rabbia che Tom non provi gusto a far saltare in aria l’universo.
E’ un bambino più coraggioso che avvicina il fiammifero, e il
mondo prende fuoco. I razzi militari di suo fratello s’avventano
in salve perfette. Tutti guardano il cielo notturno si sentono piccoli.
Jack Brotherhood le sedeva accanto e le teneva il polso come il
dottore quando partorì il suo piccolo vigliacco.
Per rassicurarla.
Per darle forza.
Per dirle,
– Ci pensio io.
La macchina era ferma in una strada laterale e dietro di essa era
parcheggiato il furgone della polizia e dietro il furgone della
polizia c’erano altre macchine ferme, circa 600 tra autopattuglie
e radiomobili e ambulanze e camion di munizioni, tutte piene
…di amici di Sam che parlavano in silenzio l’uno con l’altro senza
muovere gli occhi.
La macchina era ferma davanti a un negozio con l’insegna che
recava la scritta ‘Sugar Novelties’ e una vetrina illuminata al
neon e uno gnomo di plastica che spingeva una carriola piena
di caramelle polverose, mentre più avanti c’era una specie di
penitenziario in granito con la targa ‘Biblioteca pubblica’ applicata
alla porta funerea.
Sull’altro lato della strada c’era un’orribile chiesa battista che s’
incaricava di dirvi che nemmeno Dio era divertente. E oltre la
chiesa c’era la piazza di Dio con il suo podio e le Sue araucarie,
e tra il quarto e il quinto albero contando da sinistra, come Mary
aveva contato venti volte, al primo piano, c’è…..
una finestra con le tende tirate illuminata da una luce arancione,
che mi dicono i miei sottoposti è la finestra della stanza dove si
trova suo marito, signora, per quanto dalle indagini svolte risulta
che il suddetto sia noto con il nome Canterbury e sia molto benvisto
dalla comunità.
– E’ sempre stato ben-visto,
scattò Mary!
Ma il sovrintendente stava parlando con Brothertood.
Era affacciato all’altro finestrino e riferiva a Brotherhood, cui aveva
deputato la tutela di lei. E Mary sapeva che il sovrintendente aveva
l’ordine di parlare con lei il meno possibile, la qual cosa non gli
riusciva facile. E che Brotherhood si era attribuito il compito di
rispondere al posto di lei, che al sovriintendente andava benissimo
a patto che potesse cavarsela senza farsi mangiare le orecchie.
– E’ davvero sicura che non vuole andare nella canonica della chiesa
Signora?
Chiese il sovrintendente per la centesima volta.
– Fa molto più caldo e poi c’è parecchia altra gente molto distinta.
Ci sono anche gli americani.
– E’ solo che potrebbe andare avanti per tutta la notte, capisce, signora.
E magari anche tutto domani.
– Se il nostro amico là decide di tener duro, be’, com’è probabile.
….Pym aveva fatto la cioccolata calda e aveva messo lo scialle nuovo
sulle spalle della signorina Dubber anche se lei diceva di non avere
freddo.
Pym aveva sminuzzato il pezzetto di pollo che aveva comprato al
supermeracto appositamente per Toby, e se lei l’avesse lasciato fare
avrebbe anche pulito la gabbia del canarino; perché il canarino e i
pappagallini erano il suo orgoglio segreto dalla notte in cui l’
aveva trovato morto dopo che la signorina Dubber era già andata
a letto, ed era riuscita all’insaputa di lei a sostituirlo con uno vivo
preso nel negozio del signor Loring.
Ma la signorina Dubber non aveva voluto che si affaccendasse oltre.
Volle invece che sedesse accanto a lei dove poteva tenerlo d’occhio
ed ascoltarlo mentre leggeva l’ultima pagina del suo quotidiano
preferito.
(Provai a chiedere i documenti, ma l’uomo del giorno prima della reception
era scomparso, vi era ora una bella signorina, affaccendata come sempre,
stava distribuendo ordini agli immancabili …collaboratori domestici…per
tutto il ‘campo’. Avevo dimenticato lo zucchero, ed avevo voglia di dolci,
ma non avevo prenotato i cornetti, …ma lei già sapeva della mancanza.
Fra il tratto che separava la tenda e lo spaccio, deve averlo intuito..oppure,
non so… Avevo chiesto a degli amici la tenda a fianco la mia, alla
fine una gentile signora si offrì di darmi qualche zolletta di zucchero.
Volevo farmi qualcosa di caldo…in attesa del sole….)
(John Le Carré, La spia perfetta)