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La competizione fra gli uomini
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Pensieri contro-corrente
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Il denaro era in origine un mezzo, e infatti nel linguaggio
di tutti i giorni si dice ancora:- E’ una persona con molti
mezzi.
Ma quanta gente è oggi ancora in grado di capirci quando
cerchiamo di spiegare che il denaro in sé non ha valore al-
cuno?
Lo stesso si può dire per il tempo: ‘Time is money’ signifi-
ca per coloro i quali attribuiscono al denaro un valore as-
soluto, che essi apprezzano in egual misura ogni secondo
risparmiato.
Se è possibile costruire un aereo in grado di sorvolare l’A-
tlantico in un tempo leggermente inferiore a quello attuale,
nessuno si chiede quale sia la contropartita nel necessario
prolungamento delle piste degli aeroporti, nella maggiore
velocità di atterraggio e di decollare che comporta rischi
maggiori, nell’aumento del rumore, ecc.
La mezz’ora guadagnata rappresenta agli occhi di tutti un
valore intrinseco per il quale nessun sacrificio è troppo
grande.
Ogni fabbrica di automobili deve cercare di produrre un
nuovo tipo di vettura che sia più veloce di quello prece-
dente, tutte le strade vanno allargate, tutte le curve rettifi-
cate, col pretesto della maggiore sicurezza: in realtà sol-
tanto per poter guidare un po’ più velocemente, e quindi
più pericolosamente.
Sorge spontaneo il quesito se all’anima dell’uomo odier-
no procuri maggiore danno l’accecante sete di denaro op-
pure la fretta logorante.
Qualunque sia la risposta, coloro che detengono il potere,
indipendentemente dall’orientamento politico, hanno in-
teresse a favorire entrambi questi fattori e a ingigantire le
motivazioni che spingono l’individuo alla competizione.
Non mi risulta che esista finora una analisi psicologica
profonda di queste motivazioni; ritengo tuttavia molto
probabile che, oltre alla brama del possesso e all’ambi-
zione di ottenere una posizione di rango più elevato, un
ruolo molto importante sia svolto in entrambe dalla pau-
ra: paura di essere superati dai concorrenti, paura di di-
ventare poveri, paura di prendere decisioni sbagliate e di
non essere, o non essere più, all’altezza di una situazione
estenuante.
L’angoscia in tutte le sue forme è certamente il fattore de-
terminante nel minare la salute dell’uomo moderno, ed è
causa di ipertensioni arteriose, di nefrosclerosi, di infarti
cardiaci precoci e di altri bei malanni del genere.
L’uomo che ha perpetuamente fretta non insegue solo il
possesso, poiché la mèta più allettante non potrebbe in-
durlo a essere tanto autolesionista: egli è spinto da qual-
cosa, e ciò che lo spinge è solamente l’angoscia.
La fretta e l’angoscia, inscindibili come sono l’una dall’al-
tra, contribuiscono a privare l’uomo delle sue qualità es-
senziali.
Una di queste è la riflessione.
(Konrad Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà)