Prosegue in:
…Ma a me, definire animalesco o bestiale un conflitto armato
sembra ancora inadeguato.
In effetti gli animali vivono per lo più concordemente e socie-
volmente all’interno della propria specie, si muovono in grup-
po, si difendono e si aiutano reciprocamente.
Non si combattono, ma solo i più feroci, leoni, lupi, tigri.
E neanche questi combattono fra di loro come facciamo noi.
Cane non mangia cane; ‘i feroci leoni non si fanno la guerra’; il
serpente non aggredisce il suo simile; v’è pace tra le bestie ve-
lenose.
Ma per l’uomo non c’è bestia più pericolosa dell’uomo.
Gli animali, quando combattono, combattono con le armi che gli
ha dato la natura.
Noi uomini ci armiamo a rovina degli altri uomini di armi inna-
turali, escogitate da un’arte diabolica. Gli animali non si scatena-
no per qualsiasi ragione, ma solo perché sono inferociti dalla fa-
me, perché si sentono braccati, perché temono per i cuccioli.
Noi uomini – chiamo Dio a testimone – scateniamo le più tragi-
che guerre per le ragioni più futili: vacui titoli di dominio, un
puerile scoppio d’ira, il ratto di una donnicciola, e vi sono moti-
vazioni ancora più ridicole.
Inoltre gli animali conoscono solo scontri singolari e brevissi-
mi.
Per cruenta che sia, la battaglia si scioglie quando uno dei due
contendenti viene ferito. Chi ha mai sentito dire che centomila
animali si siano sterminati a vicenda?
Eppure così fanno dappertutto gli uomini.
Ma il confronto non è ancora finito.
Ci sono specie animali divise fra loro da un’ostilità congenita
ci sono però anche specie unite da genuina e salda amicizia.
Invece fra uomo e uomo, fra tutti gli uomini presi uno a uno,
c’è guerra perpetua: non esiste nel genere umano un’alleanza
veramente salda.
Così è: ogni creatura, che tradisce la propria natura, degenera
e diviene peggiore che se fosse stata originariamente maligna.
Ma se vuoi sapere che cosa bestiale, vergognosa, disumana è
la guerra, dimmi: hai mai assistito a uno scontro fra un leone
e un orso?
Fauci spalancate, ruggiti, brontolii sordi, ferocia, carneficina.
Chi guarda si sente rizzare i capelli in testa anche se si trova
al sicuro.
Ma quando più vergognoso, quanto più crudele è lo spettacolo
di due uomini che si fronteggiano, muniti di tante armi di offe-
sa e di difesa!
Chi li crederebbe uomini, dimmi, se l’abitudine al male non ci
avesse tolto la facoltà di meravigliarci?
Gli occhi bruciano, i volti sbiancano, l’andatura si fa frenetica, la
voce diventa un ruggito, un urlo malsano; l’uomo è tutto ferro, le
armi cozzano i cannoni esplodono. Se almeno gli uomini di divo-
rassero per fame, se avessero sete di sangue, la faccenda risulte-
rebbe meno feroce.
Oggi poi le frecce intinte di veleno e macchine infernali stanno
rendendo la guerra ancora più spietata.
Non c’è più nessun vestigio di umanità.
Al punto cui siamo, credi che la natura sarebbe in grado DI
RICONOSCERE LA SUA CREATURA?
(Erasmo, Contro la guerra)