(Non tutti conoscono e sono partecipi di talune motivazioni della storia, i complessi
intrighi che muovono, sempre e troppo spesso, talune decisioni. Per cui, se ora, alcuni
dei loro carnefici sono soddisfatti dei misfatti (ottenuti) e delle vendite delle loro memorie,
rendiamo pubbliche le vere ….memorie… adombrate da altri principi di ordine storico.
Per comprendere e svelare le motivazioni e gli ideali al porto dell’economia e non solo.
Ma soprattutto per partecipare alle vere pagine della storia, non al rito ridicolo e bizantino
della politica….)
Questa è la storia di denaro, armi e di petrolio: una combinazione esplosiva nella politica
mondiale.
E’ un intrigo internazionale che ha come punto di partenza una banca italiana: le tracce,
però, si diramano tra Baghdad e Santiago del Cile, tra Londra e Gerusalemme, tra
Roma e Washington. E’ una storia di segreti, di tradimenti e perfino di omicidi su
commissione. Molti protagonisti, da Christopher Drogoul, il direttore della filiale
di Atlanta della Banca Nazionale del Lavoro, a Paul Henderson, l’uomo d’affari inglese
che lavorava per Saddam Hussein e per il servizio segreto di Sua Maestà, sembrano
usciti da un romanzo di spionaggio.
Il mistero dei prestiti all’Iraq per 4 miliardi di dollari concessi dalla filiale di Atlanta
della Bnl ha come sfondo la più lunga guerra del secolo, quella tra Iran e Iraq (1980-88).
Ma si può dire anche che l’invasione del Kuwait, del 1990, faccia parte di questa vicenda:
come fece capire lo stesso ministro degli esteri iracheno Tariq Aziz, uno dei motivi dell’
aggressione fu la disperata situazione finanziaria dell’Iraq che esattamente 12 mesi prima
aveva perso l’accesso ai ‘quattrini facili’ della Bnl.
La Bnl è finita in questo pasticcio perché la filiale di Atlanta si è trovata ad essere il punto
di incontro di operazioni clandestine, traffici d’armi, programmi missilistici e nucleari,
finanzimenti segreti. Ma soprattutto era la banca del SISMI (servizio segreto militare).
Un cocktail esplosivo ma per niente raro negli anni 80: la Bcci, la banca di proprietà
dello sceicco Abu Dhabi finita in banca rotta nel 1991, era stata addirittura fondata per
svolgere questo ruolo su scala mondiale. Le operazioni clandestine dei servizi segreti
americani e inglesi condotte durante gli anni 80 erano infinitamente più vaste di quanto
si sapesse, e il loro uso delle banche infinitamente più spregiudicato. La banca italiana
si è ritrovata a recitare la scomoda parte del vaso di coccio.
Di fronte all’immensa ragnatela di corruzione politica emersa nella primavera del 1992
con Tangentopoli, i miliardi gettati in questo buco nero mediorientale sembrano una
storia vecchia, quasi dimenticata dall’opinione pubblica italiana.
L’avventura americano-irachena della Bnl resta però il maggiore scandalo bancario della
storia italiana, più grave del Banco Ambrosiano di Calvi, della Banca Privata di Michele
Sindona o della Banca Romana cent’anni fa, e le sue conseguenze si faranno sentire
ancora per molto tempo.
La Bnl è la seconda banca italiana e negli ultimi due anni i suoi conti appaiono risanati.
Il giudizio delle società di analisi americane, però, è pessimista: ‘Per l’esposizione verso
l’Iraq ci sono poche speranze di recupero’, scriveva il bollettino BankWatch della
Thomson: ‘I profitti continueranno a essere depressi a causa della necessità di ulteriori
accantonamenti per perdite sui prestiti’. In altre parole, tra le pieghe dei bilanci si
nasconde un enorme buco nero: quei due miliardi di dollari che non saranno mai
restituiti. Nonostante gli accanimenti che negli ultimi tre anni hanno fortemente
depresso i profitti, l’esposizione nei confronti di Baghdad supera di parecchio il
capitale sociale della Bnl.
Nei capitoli che seguiranno ci proponiamo di svelare e far comprendere i complessi
accordi degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e in parte dell’Italia, nella sponsorizzazione
del regime di Saddam Hussein fino al giorno dell’invasione del Kuwait, e il sostegno
finanziario americano e inglese con George Busch e Margaret Thatcher…..
(Fabrizio Tonello, Progetto Babilonia)