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l’indivisibilità del bene dal male (3)
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Dialoghi con Pietro Autier 2 &
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….Sì, sì,
urlarono ramponieri e marinai (inferociti, accecati da un
odio primordiale …, se pur guardavano il grande mare
come sola ed unica cornice, la cecità li univa nella caccia
…..antica….), avvicinandosi di corsa al vecchio fremente
– occhio aguzzo alla Balena bianca; lancia aguzza per Mo-
by Dick!
– Che Iddio vi benedica,
egli parve mezzo gridare e mezzo singhiozzare
– che Iddio vi benedica, marinai. Dispensiere! Va’ a spillare
la misura grande di ‘grog’. Ma che è quel muso lungo, signor
Starbuck?
– Non vuoi cacciare la Balena Bianca?
– Non te la senti di affrontare Moby Dick?
– Me la sento di affrontare la sua mascella adunca, fosse
anche la mascella della Morte, capitano Achab, se ci capita
a tiro nel lavoro che facciamo; ma io sono venuto qui a cac-
cia di balene, non a vendicare il mio comandante.
– Quanti barili ti procurerebbe la tua vendetta, ammesso che
tu possa consumarla, capitano Achab?
Non ti renderà molto al mercato di Nantucket…..
– Il mercato di Nantucker! Bah! Ma vieni più vicino, Star-
buck; tu richiedi un discorso più profondo.
Se si tratta di misurarla in denaro, amico, e i contabili han-
no valutato il globo come la loro grande cassaforte cingendo-
la di ghinee, una ogni terza parte di un pollice, allora, lascia
che te lo dica, questa mia vendetta renderà un gran premio
qui!
– Si batte il petto!
mormorò Stubb.
– Perché mai? Mi sembra che risuoni molto vasto, ma vuoto.
– Vendetta su un bruto senza parola!
gridò Starbuck
– che ti ha colpito semplicemente per l’istinto più cieco!
Pazzia! Essere adirato con una cosa muta, capitano Achab,
sembra una bestemmia!
– Ascoltami ancora, il discorso è più profondo.
Tutti gli oggetti visibili sono come maschere di cartone. Ma
in ogni evento, nell’atto vivo, nell’azione indubbia, alcunché
di sconosciuto ma sempre raziocinante sporge le sue fattezze
da dietro la maschera irragionevole. E se l’uomo vuole colpi-
re, colpisce attraverso la maschera!
In qual modo il prigioniero può uscire se non trapassando
la parete?
Quanto a me, la Balena Bianca è quella parete (ed io la col-
pisco, e batte con la sua gamba di legno…sul pavimento…),
spinta vicino a me.
Certe volte penso che dietro non vi sia niente.
Ma è già abbastanza. Essa mi accusa, mi sovrasta, vedo in
lei una forza oltraggiosa cui è legata una malizia imperscru-
tabile.
E’ quella cosa imperscrutabile quella che odio di più: e, sia
la Balena Bianca l’effetto, o sia la Balena Bianca la causa, io
sfogherò il mio odio su di lei….
Non parlare di bestemmia, amico, io colpirei il sole se mi
insultasse. Perché, se il sole potesse farlo, io potrei ripagar-
lo di uguale moneta, poiché in ciò vi è sempre qualcosa di
simile a un gioco leale, visto che la gelosia regna su tutte
le creazioni.
Ma non è mio padrone, marinaio, nemmeno quel gioco
leale.
Chi c’è sotto di me?
La verità non ha confini……
(Melville, Moby Dick)