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Da:
ORA TE QUI, DOMANDI.
E perseguiti.
Cosa vuol dire un frammento disgiunto dal tutto.
Potrei spiegare il – Tutto -, per poi approdare ad un
singolo frammento.
Ma te coglierai sempre e solo quello, perché non hai
occhi per vedere.
Orecchie per udire.
Lingua per parlare in nome del vero.
Io posso raccontarti – Eraclio- delle tante o troppe u-
miliazioni che in nome del vostro Dio, i tanti umili,
hanno patito e sofferto.
Allora in quei patimenti cosa diveniva la luce della
vostra creazione?
Quali colori e quali Dèi pensi pregavamo.
No – Eraclio -, serriamo la lingua, cantando e pre-
gando ad alta voce il tuo Dio.
Ma nella realtà dei fatti il mondo che illumina que-
ste esistenze, sotto questi stessi altari assume ben
altre tinte.
Allora la cosa creata assume una diversa prospet-
tiva.
Capire queste ragioni, è penetrare per il vero il si-
gnificato di un affermazione che altro non è che
un rifiuto.
Un rifiuto costante di credere che quel mondo bel-
lo, creato e perfetto, possa celare tanto orrore.
Noi in quelle umili tavolate ad immagine e somi-
glianza, non abbiamo tramato una bestemmia an-
tica, siamo solo convenuti ai troppi inganni.
E quando questi si fanno opprimenti, il nostro Sé,
spesso ha sentenziato una diversa natura del tem-
po e delle cose, incarnato in questa umile materia
umida, che nell’umiltà di una candela, cercavamo
di far parlare.
In quegli istanti abbiamo pregato, abbiamo spez-
zato il pane e bevuto il vino, cercando al contrario
di quanto da te celebrato, di non tracannare il san-
gue di nessuna vittima, e soprattutto di mangiar-
ne le carni sacrificali.
Se questa può dirsi bestemmia, nella pace della
comunione del gesto, non abbiamo arrecato offe-
sa ad alcuno.
(Giuliano Lazzari, Dialoghi con Pietro Autier)