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Quando, da ragazzo, studiavo il greco, imparai che hippos voleva dire
‘cavallo’ e che ‘potamos’ voleva dire ‘fiume’.
Gli ippopotami erano i ‘cavalli del fiume’.
In seguito, quando abbandonai il greco per la zoologia, non mi stupì troppo
apprendere che gli ippopotami non erano imparentati con i cavalli, ma erano
della stessa classe dei maiali, fra gli ungulati paradigitati, o artiodattili. Ora ho
saputo una cosa incredibile a cui stento ancora a credere, ma a cui pare proprio
debba rassegnarmi a credere: per gli ippopotami, i cugini viventi più prossimi
sono le balene!
Naturalmente, siccome le balene non hanno zoccoli e nemmeno dita, pari o
dispari che siano, sarà meglio adottare il termine scientifico ‘artiodattili’ (che
in greco, però significa appunto ‘paradigitati’, per cui siamo al punto di
partenza). Per amore di completezza, dovrei aggiungere che il nome scientifico
per gli ungulati come i cavalli è perissodattili. Da numerose prove molecolari
le balene risultano essere artiodattili, ma poiché in precedenza erano state messe
nell’ordine Cetacea e poiché gli artiodattili sono un ordine ormai consolidato,
è stato coniato un nuovo ibrido: Cetartiodactyla, cetartiodattili.
Le balene sono meraviglie della natura; nel loro novero rientrano le creature
più grandi che si siano mai mosse su questa Terra. Nuotano con movimenti
dall’alto verso il basso della spina dorsale, che derivano dal galoppo dei
mammiferi, e tale movimento si contrappone a quello ondulatorio dei pesci
che nuotano o di una lucertola che corre. Gli arti anteriori sono usati per
navigare e mantenere la stabilità. Non vi sono arti posteriori visibili,
ma alcune balene hanno piccole ossa vestigiali della pelvi e delle zampe
nascoste in profondità nel corpo.
Non si fatica a credere che le balene siano strette cugine degli artiodattili
che di qualsiasi altro mammifero. Può sembrare strano, ma non certo
incredibile che la ramificazione a sinistra di un remoto antenato abbia
dato origine a un trasferimento in mare e alle balene, e una ramificazione
a destra a tutti gli ungulati artiodattili. Sbalordisce invece apprendere che,
secondo le prove molecolari, le balene sono incluse negli artiodattili.
Gli ippopotami sono più imparentati con le balene che con qualsiasi
altro animale. Proprio alla balena mi riferivo, presentando i cetartiodattili,
ho detto che questo gruppo riservava una sorpresa.
E’ chiamata ‘ipotesi Whippo’, da whale e hippo, ‘balena’ e ‘ippopotamo’.
Tutto questo, naturalmente, se crediamo alle prove molecolari.
Che cosa dice la documentazione fossile?
All’inizio mi sono stupito di vedere che pareva confermare la nuova teoria.
La maggior parte dei grandi ordini di mammiferi risalgono all’epoca dei
dinosauri, come si è visto a proposito della grande catastrofe del Cretaceo.
Ma all’epoca, che i loro discendenti fossero destinati a diventare topi o
ippopotami, i mammiferi erano tutti piccoli come toporagni.
Cominciarono realmente a diversificarsi subito dopo l’estinzione dei
dinosauri, 65,5 milioni di anni fa: solo allora presero a prosperare nelle
nicchie rimaste vacanti. Poterono raggiungere dimensioni corporee
ragguardevoli solo dopo la scomparsa dei dinosauri. Il processo di
evoluzione fu rapido e una vasta gamma di mammiferi di ogni forma
e dimensione vagò per la Terra durante cinque milioni di anni di
‘leberazione’. Dai cinque ai dieci milioni di anni dopo, in un’epoca
compresa fra il tardo Paleocene e il primo Eocene, abbondano i
fossili di ungulati artiodattili. Altri cinque milioni di anni dopo,
tra l’inizio e la metà dell’Eocene, troviamo un gruppo chiamato
archeoceti, ossia ‘antichi cetacei’.
Gli scienziati perlopiù convengono che al suo interno si trovino gli
antenati delle odierne balene. Uno dei più antichi, il Pakicetus del
Pakistan, trascorreva parte del tempo sulla terra. Tra gli archioceti
successivi si conta un esemplare dal nome infelice di Basilosaurus,
aveva un corpo lunghissimo e, se solo non fosse stato da tempo
estinto, avrebbe recitato a meraviglia il ruolo del gigantesco serpente
marino delle leggende. All’epoca in cui le balene erano rappresentate da
creature come Basilosaurus, gli antenati dell’ippopotamo erano forse membri
di un gruppo chiamato antracoteri, che in alcune ricostruzioni appaiono
molto simili agli ippopotami.
Tornando al problema delle ‘origini’, quali erano gli antenati delle balene
precedenti gli archioceti, prima del ritorno in mare?
(continua…)
(R. Dawkins, Il racconto dell’antenato)