Precedenti capitoli:
Prosegue in:
Nulla che possa essere narrato come la storia del vero Creato (4)
L’inizio di una nuova fine (1) & (2) &
La bilancia dello stress (1) & (2)
Da:
Le foto che appaiono nel presente post
sono di A. Ermolaev
Testi di G. Lazzari da Frammenti in Rima:
Terzo Dialogo con Pietro &
Primo Dialogo con la Creazione
Occhio che scorge pasto cruento,
e dono infinito per ciò
che è sacramento.
Nella strana dottrina
di un respiro che muore,
per il ricordo
di uno specchio di luce.
Era solo la scintilla
nel mare scuro
di un Nulla precoce. (8)
Nulla!
Urlò l’eremita.
Era solo un uomo,
nel profondo ventre
di una grotta nascosta.
Nulla!
Si tramutò in parola,
nel ricordo soffocato di una
paura.
Affiora come memoria di vita
perché muore in cima alla via.
Da un mare profondo cercò
solo momento e tormento,
per ciò che è scritto
nel sole e nel vento.
Nulla!
Gridò il profeta,
dall’alto di un teschio.
Dottrina inchiodata in un legno,
chi provò a spiegare
che suo Padre
ha un diverso disegno,
e una diversa natura…
chiusa in quel tempio segreto. (9)
Nulla!
Io scorgo sotto questo cielo,
che sia pari al primo ingegno.
Nulla!
(fu) Dal Secondo creato
è degno della nostra umile
e infinita preghiera.
Pater segreto di un Universo
privo della infetta materia,
chiede l’agnello quale sol dono…
di un Dio senza perdono.
Inferno dell’uomo
in quella cena segreta,
e chi pensò blasfema parola,
scorgendo quella natura crocefissa
alla sua stessa creazione.
Uomo dèmone della materia
senza la sua vera preghiera. (10)
Blasfema parola,
gene di un pensiero
che è solo un Dio…,
che nuota e cammina.
Passo indeciso
verso una nuova dottrina,
granello di sabbia
dove scorgo il grande Universo
di una nuova vita che avanza,
partorita nel ventre di una terra
gravida di sconosciuta sostanza.
Un Dio che urla
tempo e vendetta,
e un altro che crea…,
immateriale idea.
Un Dio,
e la sua eterna preghiera,
e un Altro,
con la sua natura che avanza.
Questa la sua rima segreta:
onda o particella
della duplice visione…,
fuori dalla vera comprensione.
Mentre arranca in un
istinto che muta branchia…,
in umile….respiro.
Fu tutte le vite
questo Dio Perfetto,
mai primo ad ogni elemento. (11)
Il fuoco e l’orgasmo di un momento,
tramutano il ventre in lento gonfiore.
In un altro Universo,
ancora non detto,
e privo di quella dottrina
che nominano divina.
Per una vita che nasce
da un fuoco maestro,
di troppo calore e cenere al vento,
in un ghiaccio che cresce
fin dove prima vi era la neve.
Ghiaccio che sale fin sotto la valle,
per spingere la donna patita
fra le braccia dell’uomo,
in cerca d’amore in una terra
baciata da un nuovo sole. (18)
La strada fu lunga, la via distorta,
la donna con in grembo
la luce mai morta.
Istinto che cerca la riva
in un mare primo oceano di vita.
Dono che è solo amore
di una vita migliore,
e l’amore d’incanto scopre
la strada più sicura.
Riva che diventa lento patimento
per ugual salita verso un granello
di sabbia,
perché diviene fuoco e vento,
poi ghiaccio che avanza
senza più luce nel vento. (19)
Notti sofferte a coprire la pelle,
prova dolore in una terra
che muore.
Giorni sconfitti e trafitti da mille
punte di spilli.
Sono la voce di un Dio,
parla la rima senza spiegare
l’intera disciplina,
lasciando pensiero ed oscuro disegno,
ad un istinto che sembra solo
inutile patimento.
Sogno di fuga per un po’di calore…,
per il seme della vita
….che genera amore. (20)
La strada si ghiaccia
e il piede scivola,
sulla strada che sembra
un’eterna sconfitta.
Ma è solo sogno che non muore,
nella perfezione di un Dio
che non conosce odio e amore.
Solo l’antica simmetria di un sogno
quale primo pensiero,
poi lampo oscuro nel bagliore
di un eterno momento.
Luce di troppo calore sparso
come cenere al vento,
dalla pace e un sonno senza tempo,
concede la vista
di una diversa dimensione. (21)