AMMAZZARE IL TEMPO (la vita nel suo progredire…) (14)

Precedente capitolo:

Ammazzare il Tempo (la nostra infanzia) (13)

Prosegue in:

Ammazzare il Tempo (mondo organico, unità feconda, ricchezza infinita) (15) &

Ammazzare il Tempo (finalismo & meccanicismo) (16)

Foto del blog:

Ammazzare il Tempo (1)

Ammazzare il Tempo (2)

Da:

i miei libri

 

 

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Il che significa che nell’evoluzione si potrà vedere qualcosa di

completamente diverso da una serie di adattamenti alle circo-

stanze, come vorrebbe il meccanicismo, e anche dalla realiz-

zazione di un piano globale, come vorrebbe la dottrina della

finalità.

Non contestiamo affatto che la condizione necessaria dell’e-

voluzione sia l’adattamento. E’ sin troppo evidente che quan-

do una specie non asseconda le condizioni di esistenza che

le sono imposte è destinata a scomparire.

 

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Ma una cosa è riconoscere che le circostanze esterne sono

forze con cui l’evoluzione deve fare i conti, altra cosa è soste-

nere che esse siano le cause che governano l’evoluzione.

Quest’ultima è la tesi del meccanicismo, che esclude asso-

lutamente l’ipotesi di uno slancio originario, ovvero di una

spinta interiore che porterebbe la vita, attraverso forme via

via più complesse, verso destini sempre più alti.

 

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Eppure, questo slancio è visibile, ed è sufficiente rivolgere

un semplice sguardo alle specie fossili per constatare che

la vita avrebbe potuto fare a meno di evolversi entro limiti

assai ristretti, se avesse scelto la soluzione, per lei molto

più comoda, di anchilosarsi nelle sue forme primitive.

Alcuni foramiferi non hanno subito nessuna variazione sin

dall’epoca siluriana. E le lingule, impassibili testimoni delle

innumerevoli rivoluzioni che hanno sconvolto il nostro piane-

ta, sono ancora oggi ciò che erano ai tempi più remoti dell’-

era paleozoica.

 

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Il fatto è che l’adattamento può spiegare le sinuosità del mo-

vimento evolutivo, ma non le direzioni generali, e tanto meno

il movimento stesso.

La strada che porta alla città è certo obbligata a risalire i pen-

dii e a discendere le chine, ad adattarsi alle accidentalità del

terreno; ma non sono queste la causa della strada, né ciò

che le imprime la sua direzione.

 

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In ogni momento, le forniscono quanto le è indispensabile, per-

sino il suolo su cui poggiare; ma se si considera la strada

nel suo insieme e non ogni sua singola parte, le accidentali-

tà del terreno risultano essere soltanto  degli ostacoli o delle

cause di ritardo, poiché la strada, puntando semplicemente

verso la città, avrebbe voluto essere una linea retta.

 

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Lo stesso vale per l’evoluzione della vita e per le circostan-

ze che attraversa; però con questa differenza: che l’evolu-

zione non traccia una strada unica, si dirige in molteplici

sensi senza tuttavia mirare e dei fini, e che, da ultimo, non

perde la sua inventiva neanche nelle forme di adattamento.

Ma se l’evoluzione della vita non è una serie di adattamenti

a circostanze accidentali, non è nemmeno la realizzazione

di un piano.

Un piano è qualcosa che viene prima.

 

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E’ rappresentato, o quanto meno rappresentabile, prima di es-

sere realizzato nei particolari. La sua esecuzione completa può

anche essere rimandata a un futuro lontano, o addirittura rinvi-

ata indefinitivamente: può tuttavia esserne formulata l’idea da

subito e nei termini attualmente dati.

Ma se invece l’evoluzione è una creazione che si rinnova di

continuo, essa crea via via non solo forme di vita, ma anche

le idee che consentirebbero a un’intelligenza di comprender-

la, e i termini che potrebbero servire a esprimerla.

Questo significa che il suo futuro eccede il suo presente e

non potrebbe inscriversi in un’idea.

(H. Bergson, L’evoluzione creatrice)

(Prosegue….)

 

 

 

 

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AMMAZZARE IL TEMPO (la vita nel suo progredire…) (14)ultima modifica: 2013-12-02T20:03:42+01:00da giuliano106
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