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Questo è il mio canto della gioia.
La neve mi aveva tagliato fuori dal mondo.
Gli spiriti aerei delle altezze mi reacarono l’alimento.
Contemplando nella mia anima, vedevo tutto.
Sedendo sulla bassa terra, occupavo un trono.
Ora io canto i sei principi fondamentali. –
Prendendo per analogia i domini dei sei sensi,
Dirò brevemente sulle sei deficienze interiori.
Ma le sei immensità che infondono la sicurezza,
Destano il sestuplice del benessere spirituale…
Finché avverti in vincolo – non vi è cielo;
Se possono esser contate – le piccole stelle non esistono;
Se vi è aumento e diminuizione – l’Oceano non esiste;
Se, per passare, su usano i ponti – il fiume non esiste;
Afferrato, l’arcobaleno si dilegua.
Queste sono le analogie secondo le cose esteriori. –
Finché si resti in una vita abbondante, non c’è contemplazione;
Finché ci sia dispersione, non c’è meditazione;
Finché ci sia incertezza, non c’è disciplina;
Finché ci sia dubbio, non c’è ascesi;
Dove c’è principio e tramonto, non c’è Sapienza;
Dove c’è nascita e morte, non vi sono i Buddha;
Queste sono le sei deficienze interiori. –
Una grande fede – è una via alla liberazione;
Aver fiducia in Maestri provati – è una via alla liberazione;
Consacrarsi a un puro voto – è una via alla liberazione;
Andare fra montagne selvagge – è una via alla liberazione;
Vivere in solitudine – è una via alla liberazione;
L’azione magica – è una via alla liberazione;
Queste sono le sei vie della liberazione conseguita con vari mezzi. –
L’aderenza primordiale alle cose è l’immensità naturale;
Il coincidere dell’interiorità con l’esteriorità è l’immensità del sapere;
Il coincidere della luce con l’ombra e l’immensità della saggezza;
La grande comprensione è l’immensità della fede;
L’immutabilità è l’immensità della contemplazione;
La continuità è l’immensità dell’anima:
Queste sono le sei immensità che infondono sicurezza….
Tale è il canto dell’asceta che ha meditato per sei mesi…
L’angoscia del cuore che considera reale ciò che ha esistenza
condizionata è allontanata;
La tenebra oscura dell’illusione generata dal non-sapere è
dissolta;
Il bianco fiore di loro della visione intellettuale dischiude ora
la sua corolla;
La fiaccola della chiara autocoscienza è accesa;
La sapienza si desta, distinta.
E’ veramente sveglio il mio spirito?
Quando guardo in alto, in mezzo al cielo azzurro,
Il ‘vuoto’ dell’esistente mi si presenta come una evidenza;
E io non temo la dottrina della realtà delle cose.
Quando volgo lo sguardo verso il Sole e la Luna,
L’illuminazione si desta distintamente nella mia coscienza;
E io non temo attundimento e torpore.
Quando volgo lo sguardo verso la cima delle montagne,
L’immutabilità della contemplazione si presenta distintamente
nella mia coscienza;
E io non temo l’incessante mutevolezza del vano teorizzare.
Quando guardo giù, in mezzo al fiume,
L’idea della continuità si presenta distintamente nella mia
coscienza;
E io non temo l’imprevedibilità degli avvenimenti.
Quando vedo l’immagine dell’arcobaleno,
Il ‘vacuo’ dei fenomeni viene sperimentato nel punto centrale
del mio essere;
E io non temo più né ciò che dura, né ciò che trapassa.
Quando vedo l’immagine della Luna riflessa dall’acqua,
l’autoliberazione, sciolta da ogni interesse, si presenta distinta
alla coscienza.
E nessun interesse ha più potere su di me.
Quando guardo nella mia anima,
La luce all’interno del recipiente si presenta distinta alla
alla coscienza;
E non temo la sciocchezza e la stupidità….
(Milarepa)