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Verso la fine del 700, quasi tutte le balene delle ‘qualità migliori’ erano
state allontanate dagli approdi nordorientali dell’America. Ciò non toglie
che quelle acque fossero ancora piene delle varie specie che i primi
balenieri chiamavano ‘di qualità peggiore’ perché questi animali erano
in genere troppo veloci e agili per lasciarsi prendere, dopo la morte
difficilmente ricuperabili o irrecuperabili, in quanto andavano a
fondo, oppure poveri di olio in paragone alle balene franche.
La qualità inferiore comprendeva l’animale più grande mai
esistito sul pianeta: la balenottera azzurra. Certe balenottere
azzurre senz’altro eccezionali arrivavano a lunghezze di circa 30
metri e più e pesavano oltre un centinaio di tonnellate. Oggi ne
sopravvivono probabilmente alcune, lunghe più di 24 metri.
Ma poi, le superstiti sono così poche…
Benché di dimensioni quasi inimmaginabili, la balenottera azzurra
è un gigante gentile. Si nutre di Krill, piccoli organismi simili a
gamberetti che l’animale filtra dall’acqua con l’aiuto di uno schermo
di 300-400 fanoni contenuti in una bocca enorme. Di forme
idrodinamiche perfette, la balenottera azzurra possiede un vigore
fisico quasi incredibile. Si sposta nonostante l’enorme corpo a
una velocità media di 8 o 9 nodi, ma può raggiungere, accellerando
l’andatura, di 20 nodi.
La balenottera azzurra è il membro più eminente della famiglia delle
balenottere. La rassomiglianza tra le singole specie di balenotteri si
confonde a tal punto che gli scienziati sono riusciti solo recentemente
a mettersi d’accordo sulla suddivisione del genere. Di esso fanno
parte le balenottere azzurre, seguite dalle balenottere comuni che
raggiungono una lunghezza di circa 24 metri, e due specie quasi
identiche, le banenottere boreali e le balenottere di Byrde che
arrivano fino a 18 metri. Infine abbiamo la relativamente piccola
balenottera minke, detta anche balenottera minore o rostrata, di
circa 10 metri.
Le balenottere rappresentano il gruppo più recente (cioè più
evoluto) di tutte le balene in possesso di fanoni. Ci sono tutti
i motivi per sospettare che la capacità del loro cervello non
sia molto lontana da quella del cervello umano, benché
sicuramente le balenottere non se ne servano per gli scopi ai
quali lo riserviamo noi. E prima di subire la nostra condanna a
morte, le balenottere furono anche la specie più abbondante delle
balene di grandi dimensioni. A prescindere dalle dimensioni e
dal colore, le varie specie di balenottere sono quasi indistinguibili
da un osservatore superficiale. Effettivamene, la balenottera minke
ebbe questo nome quando un baleniere norvegese chiamato Meincke
scambiò un gruppo vicino di queste balene di dimensioni piuttosto
ridotte con un branco di balenottere azzurre, molto lontane, un
equivoco che conferì al distratto personaggio un’immortalità non
desiderata.
Anche il comportamento e le vicissitudini di tutte le balenottere
sono essenzialmente simili, solo che la balenottera azzurra si nutre
esclusivamente di krill, mentre le altre possono anche mangiare certi
pesci piccoli come capelan, aringhe e così via se si presenta l’occasione.
Vivono molto a lungo, talvolta anche oltre gli 80 anni, sono eccezionalmente
veloci e graziose nei movimenti quando nuotano. Le balenottere boreali
sono capaci di raggiungere sott’acqua velocità prossime ai 25 nodi.
Si aggirano un po’ dappertutto nel mare aperto, trascorrono l’inverno in
acque temperate o tropicali e migrano in primavera verso climi più freddi,
persino polari. A causa della loro estrema adattabilità alle condizioni dei
vari mari, non hanno bisogno di acque particolarmente protette per la
prole, e la loro prole, e le loro femmine partoriscono quasi tutte in mare
aperto. Molte, comunque, si avvicinano alla terraferma durante la primavera
e l’estate per approfittare della grande abbondanza di cibo esistente sui
banchi continentali e su quelli racchiusi nelle insenature. Quando il loro
destino era ancora roseo, erano molto socievoli e così si mostravano spesso.
Ancora nell’ultimo ventennio del secolo scorso, branchi di balenottere comuni
composti da oltre mille esemplari erano una vista abbastanza usuale.
Un certo Milne, comandante di un transatlantico della Cunard, che
attorno al 1880 ebbe la ventura di incontrare una simile assemblea di balenottere
nell’Atlantico del Nord, parogonò lo spettacolo a uno ‘spazio di mezza
contea pieno di locomotive tutte sbuffanti nubi di vapore come se ne
andasse della vita’.
Come accadde in molte famiglie unite da saldi vincoli, anche quella delle
balenottere conta tra i suoi membri un personaggio eccentrico. Si tratta della
balenottera o megattera nodosa, la balenottera gobba, l’humpback dei balenieri
anglosassoni, una creatura fuori del comune non solo per l’aspetto, ma anche
per il comportamento. Questo, che è uno degli animali più giocherelloni
esistenti al mondo, ha subito probabilmente nel corso dei tempi notevoli
mutazioni fisiche perché predilige evoluzioni complicate. La megattera
nodosa è anche celebre per la capacità addirittura di comporre e CANTARE
MELODIE INDIVIDUALI ABBASTANZA COMPLESSE E CON UN ACCENTO
CHE COMMUOVE. Il suo corpo è un tantino tozzo sembra un po’ troppo
corto in confronto alle forme squisitamente idrodinamiche delle altre balenottere.
(continua…)
(F. Mowat, Mar dei massacri)
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