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Che la natura sia di gran lunga precedente all’uomo, che l’uomo
sia emerso dalla natura, che molta ‘natura’ sia tuttora presente
nei suoi comportamenti: tutto ciò fa ormai parte (o dovrebbe)
del senso comune, anche di quello delle persone che hanno solo
poche e confuse idee sulla paleontologia stratigrafica.
Per questo vale la pena di ricordare un punto: per molti e molti
secoli la storia dell’uomo fu concepita come coestensiva alla
storia della Terra.
La Terra che Adamo aveva conosciuto, agli inizi del mondo, dopo
la cacciata dal Paradiso, veniva pensata come eguale alla nostra
Terra, popolata dalle stesse piante e dagli stessi animali che vivono
nella nostra. Sull’Arca, Noè aveva imbarcato gli animali che ci sono
oggi familiari.
Anche le montagne, le vallate, i ghiacciai, le foreste, le anse dei fiumi,
le sorgenti erano sempre state così come le vediamo e là dove le
vediamo, in un paesaggio immutabile e senza storia sullo sfondo
del quale si succede la vita delle generazioni.
La Terra era ancora così come era stata creata.
Con la creazione iniziava anche il tempo e la cronologia biblica
aveva fissato in circa 6.000 anni l’età del mondo.
Può sembrarci impossibile, ma seimila anni apparvero a molti
un tempo lunghissimo. Sulla data della creazione esiste una ricca
biblioteca che comprende qualche centinaio di volumi. Ai problemi
della cronologia si dedicarono molti grandi intellettuali, fino a
Newton e oltre. Ma, per quanto riguarda le prime origini, le
polemiche, quando ci sono, riguardano spostamenti di poche
centinaia di anni.
Nel 1659 comparve una ‘Dissertazione sulla vera età del mondo’
di Isaac Voss che ebbe larga diffusione, suscitò aspre polemiche
e provocò reazioni violente.
Adottando la versione della Bibbia dei Settanta, anziché il testo
dei Massoreti, si poteva spostare all’indietro la storia del mondo
di 1440 anni, giungendo a fissare il giorno della creazione al
5.400 circa a.C..
Mentre usciva il suo libro, Vossius pensava dunque di vivere in
un mondo vecchio di 7.059 anni. Era decisamente troppo per i
difensori più intransigenti dell’ortodossia.
Per rendersi conto della intensità e ferocia che assunsero spesso
le polemiche relative alle età del mondo, vale la pena di richiamare
il testo del più importante fra i molti avversari di Vossius:
“Tutti quegli spazi di tempi mediante i quali i pagani tendono ad
avere il sopravvento sulla fede nelle Scritture sono stati inventati
per frode del Demonio allo scopo di stabilire nell’animo degli
uomini i suoi empi errori una volta eliminata l’autorità del Verbo
divino…..A suo tempo Dio distruggerà le opere del Demonio
nonché coloro che sono stati accecati dalla vana antichità. Egli
li illuminerà della luce del suo Verbo affinché possano vedere
quanto turpemente abbiano fin qui errato”.
(P. Rossi, L’oscuro abisso del Tempo)