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Intermezzo con … urla… (contro Invetriata…)
Da:
…’La via che dobbiamo percorrere è lunga e senza termine’
‘Quanto vasti sono i confini di questi mondi di tenebre!’;
Avendo una volta vagabondato nei labirinti della malvagità,
la misera (anima) non trova la via d’uscita…
Essa cerca di sfuggire all’amaro caos,
e non sa come potrà liberarsene’.
A parte ogni personificazione, la totalità dello spazio in
cui la vita si trova ha un carattere spirituale malevolo, e
i ‘demoni’ stessi sono sia regni spaziali che persone.
Vincerli è lo stesso che attraversarli, e aprirsi un passag-
gio attraverso i loro confini ne spezza al tempo stesso il
potere e compie la liberazione dalla magia della loro sfe-
ra.
Perciò negli scritti mandei la Vita anche nella sua funzio-
ne di redentore dice di se stessa che ‘ha errato attraverso
i mondi’, o come è detto di Gesù nel Salmo naaseno:
‘Viaggerò attraverso tutti i mondi, discuterò tutti i misteri’.
Questo è l’aspetto spaziale della concezione.
Non meno demonizzata è la dimensione temporale dell’e-
sistenza cosmica della vita, rappresentata anch’essa come
un ordine di potenze-personali. Le loro qualità, similmente
a quelle dello spazio del mondo, riflettono l’esperienza ba-
silare di estraneità ed esilio.
Possiamo osservare la pluralità notata là: intere serie delle
età si stendono tra l’anima e il suo fine, e il loro semplice
numero esprime l’influenza che il cosmo, come principio,
esercita sui suoi prigionieri.
Anche qui la liberazione è raggiunta soltanto passando at-
traverso tutte queste.
Perciò la via di salvezza conduce attraverso l’ordine tempo-
rale delle ‘generazioni’: attraverso catene di innumerevoli
generazioni la Vita trascendente nel mondo, soggiorna in
esso, ne sopporta la durata apparentemente senza fine, e
soltanto attraverso questa lunga e faticosa via, perdendo
e riacquistando la memoria, può compiere il suo destino.
Ciò spiega la formula espressiva ‘mondi e generazioni’…
che ricorre costantemente negli scritti mandei:
‘Ho girovagato attraverso mondi e generazioni’, dice il re-
dentore. Per l’anima non ancora redenta questa prospetti-
va temporale è fonte di angoscia.
…Il sentimento ispirato dall’aspetto ‘tempo dell’esilio’ co-
smico trova commovente espressione in parole come le se-
guenti:
Ora, o nostro Padre benigno, sono passati innumerevoli miriadi
di anni da quando siamo separati da te. Siamo desiderosi di ve-
dere il tuo aspetto amato, risplendente di vita….
(H. Jonas, Lo gnosticismo)