Questo legame con i defunti lo spiegano
i bramini, che non possono mangiare le
lenticchie perché somigliano, quando
sono rosse, a sangue coagulato.
I semi assomigliano a loro volta a tante
monetine: per questo motivo è invalsa
l’usanza, a Capodanno, di mangiarne
un piatto perché propizierebbero
prosperità e felicità. D’altra parte
la lenticchia, coltivata fin dall’
antichità in tutto il
Mediterraneo, è un
vegetale
è ricca di fosforo, di ferro
e di vitamine del gruppo B,
sicché viene consigliata
contro l’astenia, ma anche
per l’allattamento.
Tuttavia ai dispeptici
si consiglia di consumarla
sotto forma di farina,
la stessa che nel XIX
secolo fece la fortuna di
un ciarlatano che la spacciava
per una panacea dal nome
misterioso.
Era un alimento
comunissimo
fra la
della Grecia e di Roma.
Plinio sosteneva che desse
‘tranquillità di carattere’ a
chi se ne nutriva regolarmente
ma veniva denigrato nel II secolo
dopo Cristo dai medici perché si
riteneva che provocasse addirittura
tumori.
D’altronde ancora nel Rinascimento
Castore Durante affermava che
‘quelli che usano troppo spesso
le lenticchie cascano
malenconici, come
elefantia, rogna,
cancari e cirri e
dolori di nervi,
imperocché il suo
nutrimento fatto
di sangue grosso
e seco,
soltanto agli
‘idropici, ai
flemmatici,
Erano anche
adatte, scriveva,
a
voleva vivere
castamente perché
spegnevano gli
appetiti venerei
e il seme genitale.
Ma facevano sognare
‘cose tremende e
paurose’, e nuocevano
alla testa, ai nervi e
addirittura ai polmoni.
modo cuocerle con
menta per evitare che
provocassero ventosità.
La pianta, che fa parte
delle Papilionaceae,
ha fusti ramificati, foglie
composte, peripennate e
terminanti in viticci, fiori
biancastri in recemi di uno
o due fiori, legumi corti e
piatti, racchiudenti da uno
a tre semi schiacciati,
orbicolari.
(Florario, Miti, leggende
e simboli di fiori e piante)
…un sito consigliato
www.wirz.de/music/rootsfrm.htm