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Del dominio dei folli (Lo Straniero) (4)
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Ho un gran desiderio di fare un sirvantese
e lo farò, se Dio vuole benedirmi.
Vedo infatti tutto il mondo finire in nulla,
e nessuno osa più fidarsi dell’altro:
‘Rendetemi servizio, vi ripagherò con perfidia
fino a farvi perdere tutti i vostri beni’.
Così regna la grande follia
e Dio ci dà ogni giorno abbondanza di mali
e mancanza e privazione di ogni bene.
Riguardo alla Chiesa, vi dirò prima di tutto
che l’inganno vi dilaga, e non dovrebbe essere così;
cupidigia l’ha presa nei suoi lacci
giacché per denaro assolvono chiunque.
Predicano alla gente notte e giorno
di non invidiare né desiderare
alcunché, ma loro la pensano in altro modo.
Proibiscono l’usura e il furto,
ma loro li praticano, dandoci cattivo esempio.
Anche agli uomini di legge vedo commettere
grandi mancanze:
fra di loro dilaga grande litigiosità e frode.
Calpestano ogni giusta causa
e rendono tortuosa la via più dritta:
così perdono la loro anima e la vita eterna.
Sì, andranno alla perdizione,
in inferno dove soffriranno tormenti,
forti dolori e malattie ancor peggiori,
nelle tenebre, in crudele compagnia.
In tutti i mestieri vedo la gente imbrogliarsi a vicenda,
basta che si svolga qualche commercio:
chi compra e chi vende è ugualmente mentitore,
perché nessun mercante potrebbe vedere senza mentire.
Nelle loro menzogne, per cupidigia,
chiamano in causa Dio e la Vergine Maria.
Ah, sventurati! Come fanno a non capire
che lasciandosi a tal punto dominare dal denaro
perdono Dio che ha potere su tutti loro!
Ora vedo che il mondo è perverso, smarrito
e senza fede: apre la strada a ogni malvagità.
Il povero non trova buona accoglienza
presso il ricco, a meno che questi non vi scorga un vantaggio;
disobbediamo ogni giorno a Colui che ci ha creati
e formati e ha sofferto per noi,
e del denaro facciamo il nostro Dio.
Per il denaro Lo mettiamo in oblio;
eppure, alla morte, nessuno porterà qualcosa con sé!
Finora non avevo mai avuto volontà e desiderio
di pentirmi, ma adesso ne avrei voglia,
perché ogni giorno ci avvicina alla fine
e per questo ciascuno dovrebbe confessarsi.
Un giorno dello scorso anno ho visto un grande segno:
ho visto veramente piovere terra e sangue.
Perciò dovremmo concepire buoni pensieri,
rendere servizio, con tutte le nostre forze, al nostro prossimo:
così, ciascuno potrebbe emendarsi.
Verso ‘mon Azaut’ dirigi la tua corsa rapida,
mio sirvantese, perché è nel fiore della giovinezza
e su tutte esalta il suo gentile merito;
il suo valore e la sua allegra compagnia
sono graditi in qualsiasi luogo si trovi.
…. Prego Dio di benedervi,
perché albero della buona coscienza…
fate bella accoglienza
per questo mi sono messo sotto la vostra protezione,
giacché fa buona fine chi ha un buon albero si lega.
(Pons de la Guardia)