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Bobby la corsa (non è terminata)
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Una notizia (fra le tante):
Da:
La chiamano così, the Queen, la Regina, ed è una specie di
istituzione in strada.
Nel bene e nel male.
E’ una persona molto potente e temuta ed è molto attiva.
Una vera leader, che ha contatti anche nelle alte sfere, con
uomini ricchi e potenti (in ogni parte del mondo).
Il suo potere è riconosciuto specialmente dalle bambine di
strada. Si occupa di loro e le sfrutta, se da una parte presta
loro assistenza, dall’altra le fa prostituire.
E’ un capo a tutti gli effetti, temuto e rispettato, amato e o-
diato, anche se raramente le bambine ne parlano male. (Ha
donato loro anche un moderno ed efficiente cellulare…).
Solo se approfondiscono il discorso con loro scopri che quel-
la giovane donna le ha costrette a compiere cose terribili.
Ma in un primo momento, loro diranno che è stata lei a or-
ganizzare il trasporto in ospedale quando stavano male, a
procurare loro le medicine, a pagare la sepoltura dei morti.
All’inizio the Queen è molto gentile e disponibile con le bam-
bine, in particolar modo quelle che sono appena arrivate in
strada; le aiuta e le consiglia per conquistare la loro fiducia.
Poi, però, si impossessa di loro.
In tutti i sensi.
E’ lei che organizza una sorta di cerimonia di iniziazione,
in cui le bambine da poco arrivate in strada, vengono vio-
lentate da più persone, almeno cinque, secondo alcune te-
stimonianze.
E’ un rito…oppure una vendetta.
Questa violenza di gruppo viene chiamata ‘feast’ un terri-
bile ‘festino’ organizzato in angoli bui, in strada, o nelle ba-
si dove vivono di norma gli ‘street children’.
Qui le bambine subiscono ripetutamente atti di violenza
sessuale, ed è quella che loro chiamano la Regina a organiz-
zare l’orrendo rito, quasi si trattasse di una sorta di bigliet-
to d’ingresso per la strada, mentre in realtà è un modo per
avviarle (ed abituarle) alla prostituzione, un’attività che
lei stessa gestisce in prima persona.
The Queen controlla il mercato del sesso delle bambine di
strada (e gestisce anche…), soprattutto i giri di prostituzio-
ne delle ragazzine più giovani.
E’ anche questo uno dei motivi per cui, in Kenya, alcuni
bambini, specialmente quelli di strada, letteralmente ‘spa-
riscono’ e finiscono nei loschi giri della pedofilia, dove
vengono sfruttati per realizzare filmini e altro materiale
pedo-pornografico con interessi e ‘contatti’ internaziona-
li.
I ‘trafficanti del sesso’ (e di esseri umani) sottraggono que-
sti giovani con l’inganno alla strada o addirittura alle lo-
ro famiglie, – promettendo ai genitori – poveri e non istrui-
ti – che li porteranno a vivere in città e che andranno a
scuola (magari in un paese più ricco…)…..
(R. Sesana, Shikò, una bambina di strada)