L’UOMO E IL MONDO MATERIALE (3)

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Distanze (2/1) &

Il ruolo dell’intellettuale

Prosegue in:

L’uomo e il mondo materiale (4) &

Intermezzo con urla… (contro Invetriata…)

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Distanze (1)  &  (2)

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l'uomo e il mondo materiale 3

 

 

 

 

La concezione della materia come principio indipendente

e fonte del male ha radici tanto greche che orientali.

I dossografi la attribuiscono a Pitagora, e se ne possono tro-

vare testimonianze in alcuni passi di Platone; ma il suo più

estrenuo campione fu il neopitagorico Numenio.

D’altro canto uno dei primi gnostici, Basilide, la presenta

come la saggezza dei barbari, ossia dei Persiani. A differen-

za delle altre concezioni, essa non comporta una totale sva-

lutazione del cosmo, che contiene almeno una parte, per

quanto esigua, di forma come di materia, di luce come di

tenebra.

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Ma il suo irriducibile dualismo andava in direzione oppo-

sta rispetto al grosso della tradizione greca, e Plotino poté

accettare l’equazione della materia col male solo riducendo

entrambi alla condizione di prodotti marginali, di limite e-

stremo dello sgorgare dall’assoluto.

Le altre concezioni sono evidentemente di origine orientale.

I Guardiani delle porte sembrerebbero derivare in ultima a-

nalisi dal culto babilonese degli dèi planetari, per quanto, a

un certo punto della loro lunga storia, abbiano subito una tra-

sformazione dalla condizione di dèi superni in quella di dèi

malefici.

 

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Dal primo secolo in poi la maggior parte degli uomini, ebrei

e cristiani, gnostici e pagani, ammette il loro potere malefico.

Essi sono gli ‘archontes’ degli gnostici, i ‘kosmokratores’ dell’-

‘Epistola agli Efesii’ i Sette Governatori dell’Ermetico, ‘il cui

governo è chiamato destino’; e che essi fossero temuti dai pa-

gani come dai cristiani è attestato da Origine e da Agostino.

Anche nel nostro periodo, tuttavia, gli spiriti più illuminati

non ammettevano la tirannia. Plotino scrisse un saggio per

dimostrare che mentre in virtù della ‘sympatheia’ universa-

le le stelle possono indicare il futuro, esse non possono de-

terminarlo.

Analogamente Origine negava il potere causativo delle stel-

le pur ammettendo che esse potessero funzionare da segna-

li. Rimase ad Agostino il compito di negare qualsiasi verità

all’astrologia, basando la sua dimostrazione sul caso dei ge-

melli.

 

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Nella terza concezione, che vedeva nel mondo sensibile il 

regno o anche il prodotto di un potere malvagio personale,

Plutarco individua, certo a ragione, un’eco del dualismo 

persiano con il suo conflitto fra Ormuz e Arimane.

Ma mentre nella fede persiana (e manichea) il mondo è sol-

tanto teatro di questo conflitto, la forma cristiana, gnostica

ed ermetica della dottrina tende a rappresentarlo interamen-

te in balia dell’Avversario.

‘Il mondo intero è nelle mani del Maligno’, dice l’autore del-

la prima Epistola di Giovanni; esso è ‘il regno della paura

e del terrore, un luogo di miseria e di desolazione’, secondo

un salmo di Qumran; esso è ‘la totale malvagità’ secondo un

Ermetico pagano; per lo gnostico Eracleone è un deserto po-

polato soltanto da bestie feroci; nel ‘Vangelo della verità’ va-

lentiniano è un regno di incubi in cui ‘o si fugge non si sa do-

ve, oppure si resta in attesa di non si sa chi’. 

Per la maggior parte degli gnostici era impensabile che un

mondo del genere fosse stato creato dal Dio supremo; esso 

doveva essere l’opera di qualche demiurgo inferiore, o, come 

pensava Valentino, di un dèmone ignorante che non conosce-

va alcuna possibilità migliore, o, come pensava Marcione,

del Dio spietato e ottuso del Vecchio Testamento, o ancora,

come in altri sistemi, di un angelo o di alcuni angeli in rivol-

ta contro Dio.

(prosegue….)

 

 

 

 

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L’UOMO E IL MONDO MATERIALE (3)ultima modifica: 2015-02-17T00:00:00+01:00da giuliano106
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