E due buone intervista (non certo gradite per gli stakanovisti della
mazzetta…): intervista rilasciata a Luca Passarini
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Da sempre la trasparenza della sorgente è stata simbolo
della purezza morale; nella poesia di tutti i popoli l’inno-
cenza è paragonata allo sguardo terso delle fonti, e il ri-
cordo di questa immagine, trasmesso da un secolo all’-
altro, è diventato per noi un’ulteriore attrattiva.
Verosimilmente quell’acqua poi si sporcherà; passerà su
detriti di roccia e su vegetali in putrefazione; stempererà
terre fangose e si caricherà dei rifiuti impuri lasciati dagli
animali e dagli uomini; ma qui, nella sua conca di pietra
o nella sua culla di giunchi, è così pura, così luminosa, che
sembra aria condensata: solo i riflessi cangianti della su-
perficie, gli improvvisi gorgoglii, i cerchi concentrici del-
le increspature, i contorni indecisi e fluttuanti dei ciottoli
sommersi rivelano che questo fluido così limpido è acqua,
così come lo sono i grandi fiumi melmosi.
Se ci chiniamo sulla fonte, scoprendo i nostri volti stanchi
e spesso incattiviti che si riflettono in quest’acqua così lim-
pida, non possiamo far a meno di ripetere istintivamente,
anche senza averlo mai imparato, il vecchio canto che i
parsi insegnavano ai loro figli:
Avvicinati al fiore, ma non spezzarlo!
Guarda e dì sommessamente: ‘Ah, se fossi così bello!’.
Nella sorgente cristallina non lanciare una pietra!
Guarda e pensa sommessamente:’Ah, se fossi così puro!’.
A migliaia e migliaia i ‘pastori dei popoli’, perfidi o pieni
di buone intenzioni che siano, si sono armati della frusta
e dello scettro o, più abili, hanno ripetuto per secoli e se-
coli formule di obbedienza per rendere docili le volontà
e stupide le menti; ma per fortuna tutti questi signori,
che volevano asservire gli altri uomini con il terrore, l’-
ignoranza o lo spietato meccanismo dell’abitudine, non
sono riusciti a creare un mondo a loro immagine, non
sono stati capaci di trasformare la natura in un grande
giardino di mandarini cinesi, con alberi torturati a for-
ma di mostri e di nani, vasche geometriche e grotte ar-
tificiali all’ultima moda.
La terra, con la grandiosità dei suoi orizzonti, la fre-
schezza dei suoi boschi, la trasparenza delle sue sor-
genti, è rimasta la grande educatrice e ha continuato
a richiamare le nazioni all’armonia e alla ricerca della
libertà.
Una montagna che mostra nevi e ghiacciai in pieno cielo
al di sopra delle nuvole, una grande foresta in cui rim-
bomba il vento, un ruscello che scorre fra i prati, spesso
hanno fatto più degli eserciti per la salvezza del popolo.
Ora spetta a tutti gli uomini che amano la poesia e la scienza,
a tutti coloro che vogliono lavorare per la felicità umana, to-
gliere il (cupo e triste) sortilegio lanciato contro le sorgenti
dai preti ignoranti del Medioevo….
(Elisée Reclus, Storia di un ruscello)