L’OPERA D’ARTE (nell’epoca della sua riproducibilità tecnica) (10)

 

Precedenti capitoli:

Viaggi scientifici…    (di fine ed inizio secolo)  (9/1)

Prosegue in:

Evoluzioni… (12)

 

 

calame 1

 

 

 

 

 

In linea di principio, l’opera d’arte è sempre stata riproducibile…

Una cosa fatta dagli uomini ha sempre potuto essere rifatta dagli

uomini. Simili riproduzioni venivano realizzate dagli allievi per e-

sercitarsi nell’arte, dai maestri per diffondere le opere, infine da

terzi semplicemente avidi di guadagni.

La riproduzione tecnica dell’opera d’arte è invece qualcosa di

nuovo, che si afferma nella storia ad intermittenza, ad ondate

spesso lontane l’una dall’altra, e tuttavia con una crescente in-

tensità…

…Gli enormi mutamenti che la stampa, per esempio, in riferi-

mento alla riproducibilità tecnica della scrittura, ha suscitato

nella letteratura sono più che noti. Ma essi costituiscono sol-

tanto un caso, benché certo particolarmente importante, del

fenomeno che qui viene considerato sulla scala della storia

mondiale…

 

Dettagli - Dagherrotipo 1838

 

…Con la fotografia, nel processo della riproduzione figurativa,

la mano si vide per la prima volta scaricata delle più importan-

ti incombenze (e con esse anche le capacità intellettive annes-

se al vasto mondo della cultura e del sapere…) artistiche

(non mi dilungo nel processo ‘artistico-neuro-cognitivo’ che ciò

ha comportato in circa un secolo, giacché la tecnica ha semi-

nato eretto e mutato le capacità artistiche del singolo con tutta

una serie di simmetrici fenomeni ad essa riconducibili…), che

ormai venivano ad essere di spettanza dell’occhio che guarda-

va dentro l’obiettivo (ora siamo arrivati ad un processo Orwel-

liano ove non solo l’occhio ‘Polifemo’ scruta nell’obiettivo in

alchemico procedimento in Parabola riprodotto, ma anche, in

grado di sorpassare il fenomeno qui descritto sino ai parados-

si annessi al progresso ove il Formicaio con le formiche elettri-

che di replicanti nella loro espressiva inespressiva riproducibili-

 

calame 2

 

tà possono vivere e comporre mondi virtuali per la gioia dei loro

costruttori….; e qui esuliamo dal fenomeno Internet, bensì ci

addentriamo in campi ove il progresso manifesto ed inteso

nello sviluppo della riproducibilità può creare tutti quei mondi cari

al futuro agognato… monolitico pensiero, araldo della Storia trop-

po spesso dimenticata, ma sempre e comunque sia anche ed

involontariamente celebrata così e per sempre partecipata).

…Poiché l’occhio è più rapido ad afferrare che non la mano a

disegnare (e questo enunciato è sì valido per vasti campi e pro-

spettive inerenti al sapere, e con questi, al fenomeno della cultu-

ra derivata…), il processo della riproduzione figurativa venne ac-

celerato al punto da essere in grado di star dietro all’eloquio.

L’operatore cinematografico nel suo ed altrui ‘cantuccio’, mano-

vrando la sua manovella (ed oggi simmetricamente, altri operatori

manovrando il proprio cellulare…,) riesce a fissare le immagini alla

 

calame 3

 

stessa velocità con cui l’interprete parla… (la prospettiva figurativa

messa in scena a vasta scala è un ‘immenso’ teatro delle pure

apparenze ove la Verità ed il Sapere soffrono tormenti e patimenti

medesimi al Vincent detto…, ma con l’arte e la pazzia ad essa an-

nessa nulla hanno da condividere eccetto la tecnica aliena ad ogni

manifesto Intelletto – nella volontà del suo Pensiero e Dio capacità

e credo… – e con codeste false immagini dall’‘operatore manovrate’

il ‘malessere’ dell’arte detta… diletto per una diversa scienza…).

Se nella litografia era virtualmente contenuto il giornale illustrato,

nella fotografia (ed i suoi derivati…) si nasconde il ‘film sonoro’

(e talvolta e/o molto spesso, purtroppo il peggiore teatro…delle

apparenze). La riproduzione tecnica del suono venne affrontata

alla fine del secolo scorso.

 

calame 4

 

Questi sforzi convergenti hanno prefigurato una situazione con

questa frase: ‘Come l’acqua, il gas o la corrente elettrica, entrano

grazie ad uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano, nelle no-

stre singole abitazioni, e con esse le anime albergate…, così que-

ste immagini e sequenze di suoni si impossessano delle nostre

mutate capacità, trasmutate, però, in siffatto alchemico procedi-

mento, e non lasciando nulla eccetto il ‘nulla’ della loro materiale

(talvolta e/o troppo spesso) inutilità… (giacché la loro utilità è

principio di quella riproducibilità fonte di industrioso meccanico

procedimento alle masse offerto…)’.

Verso il 1900, la riproduzione tecnica aveva raggiunto un livello,

che le permetteva, non soltanto di prendere come oggetto tutto

l’insieme delle opere d’arte tramandate e di modificarne profon-

damente gli effetti, ma anche di conquistarsi un posto autonomo

tra i vari procedimenti artistici…

 

calame 5

 

Per lo studio di questo livello nulla è più istruttivo del modo in cui

le sue due diverse manifestazioni – la riproduzione dell’opera d’-

arte e l’arte cinematografica – hanno agito sull’arte nella sua for-

ma tradizionale…

…Per questo motivo andiamo ora a celebrare in tal  Eretico ‘enun-

ciato’ e Tempo qui rimembrato la Memoria persa e con essa L’ARTE

della sofferta NATURA… smarrita, grazie per l’appunto, alla vastità

di codesta ‘riproducibilità’ detta elevata al massimo grado della sua

potenza ed economica scienza, riducendo la NATURA ad un vasto

terreno ove la morte trionfa…

 

L’IMPORTANZA DEL CAMMINO…

 

(tra desiderio e dolore)

 

Calame_CAL001

 

Lo spazio della pittura di montagna è culturale e la pittura di montagna,

anche la più realista, è misura di trasgressione, di ‘trasgressione’ alla

‘natura’.

Anche lo spazio  dello scrittore romantico delle Alpi è lo spazio ‘teatra-

lizzato del camminatore’ (ove, però, in questo caso il teatro detto è

giustificazione e musa dell’Anima in lui riflessa… ed espressa; in lui

è l’Anima-Mundi a proferire parola, e non certo la tecnica se pur ele-

vata di un inverso procedimento…), QUELLO DELLA MESSA IN

SCENA DI UN ITINERARIO, lo spazio del Wanderer, del Promeneur,

parole dal significato apparentemente identico, ma con una connota-

zione diversa, secondo la lingua o la cultura (e con questa la sua

onestà…) che la parola trasporta con sé.

 

calame 6

 

Gli ARTISTI CAMMINANO VERSO LE VETTE DELL’ANIMA, un vettore

li guida: la poesia e la pittura…

Dipingere la condizione umana sorpassata dall’armonia divina o dalla

forza divina, le cui finalità sfuggono all’intelletto: ecco il credo di un arti-

sta per voi scelto…

Calame è il primo che ha sostituito gli olmi e le grandi querce degli olan-

desi con l’abete, a cui ha conferito un nuovo statuto pitturale. Bosco di

abeti, quasi monocromo, l’albero è, quindi, la tematica centrale per Ca-

lame e ha una fortissima carica simbolica.

All’epoca di Calame, Nicolas-Théodore de Saussure è stato uno degli

scopritori della fotosintesi, che dimostra la dipendenza totale dell’essere

umano di fronte al mondo vegetale. La botanica, specialmente a Ginevra,

con i Candolle, o i Boissier, era la scienza di punta e si erborizzava sull’-

illustre esempio di J. J. Rousseau.

 

calame 7

 

L’uomo dell’epoca si identificava più facilmente di quanto possiamo farlo

noi ad un albero. Ammirava il pino cembro che resiste alle condizioni e-

streme del suo ambiente. Si affliggeva alla sorte nefasta di un giovane

pianta colpita dal fulmine o sradicata dal vento.

 

L’albero è il simbolo della vita, ed è parte a lui che dobbiamo la

nostra sopravvivenza sulla Terra. QUANDO L’ALBERO MUORE,

SIAMO NOI STESSI CHE MORIAMO….

 

(W. Benjamin, l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità

tecnica & Le cattedrali della Terra)

 

 

 

 

 

Dettagli - Dagherrotipo 1838

IL COLLEZIONISTA

Prosegue in:

Passages  &

Le macchine…&

Foto del blog:

Passaggi nell’età del progresso…

…ovvero il progresso si guarda allo specchio… con 

Lettere (di fine ed inizio secolo…)… e con 

Prodigiose macchine… &

Viaggiatori!

Da:

i miei libri

 

il collezionista

 

 

  

 

 

Si può partire dal fatto che il vero collezionista libera

l’oggetto dall’insieme delle sue relazioni.

Questa non è però una visione esaustiva di tale singo-

lare attitudine. Non è infatti questa la base su cui s’in-

staura quella contemplazione ‘disinteressata’ nel senso

di Kant e di Schopenhauer, che consente al collezioni-

sta di pervenire ad una visione incomparabile dell’og-

getto, ad uno sguardo che scorge in esso qualcosa di

 

il collezionista

 

più e di altro che non quello del proprietario profano, e

che si potrebbe piuttosto paragonare a quello del grande

fisiognomico.

Il modo in cui questo sguardo cade sull’oggetto può esse-

re esposto invece in forma ben più radicale in base a un

altro ordine di considerazioni:

va detto infatti che in ognuno dei suoi oggetti per il colle-

zionista è presente il mondo in forma sistematica e ordi-

nata.

 

il collezionista

 

Ordinata però secondo una concatenazione sorprendente

e per il profano addirittura incomprensibile, che sta alla

sistemazione e classificazione correnti delle cose più o me-

no come il loro ordine in un  dizionario sta al loro ordine

naturale.

Basti ricordare quale importanza rivesta per qualsiasi col-

lezionista non solo l’oggetto, ma anche tutto il suo passato,

tanto ciò che concerne la sua origine e contribuisce a quali-

ficarlo obiettivamente, quanto i dettagli di quella che a pri-

ma vista può sembrare la sua storia meramente esteriore:

 

il collezionista

 

ex proprietari, prezzo d’acquisto, valore, ecc. Tutto ciò,

tanto i dati ‘obiettivi’ quanto gli altri, si fonde insieme

per il vero collezionista in ciascun singolo oggetto di sua

proprietà, fino a formare un’intera enciclopedia magica,

un ordine universale, in cui abbozzo costituisce il ‘desti-

no’ del suo oggetto.

Qui dunque, in quest’ambito ristretto, si capisce finalm-

ente come i grandi fisiognomici divengono divinatori del

destino.

 

il collezionista

 

Basta osservare un collezionista che maneggia gli oggetti

nella sua vetrina: a stento li trattiene nella mano, e già

sembra esserne ispirato, e il suo sguardo, come quello di

un mago, sembra attraversarli per perdersi lontano.

(Sarebbe interessante analizzare il collezionista di libri

come……)

(prosegue in… Passages)

(W. Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo, foto di …

Eugène Atget….)

 

 

 

 

il collezionista